La carne e i salumi del Belpaese sono sicuri, così come lo è la loro totale tracciabilità, che ne garantisce la provenienza e la qualità: è questo, per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza, ciò che emerge dal primo rapporto ‘La sostenibilità delle carni in Italia’ a firma Assica, Assocarni e UnaItalia – principali associazioni di categoria della filiera bovina, suina e avicola nostrana – che in vista dell’Expo di Milano si sono messe insieme per promuovere l’eccellenza italiana. “Innanzitutto, in Italia sono vietati gli ormoni nel settore zootecnico alimentare per salvaguardare la salute dei consumatori e degli animali, a differenza dell’estero dove si utilizzano – ha spiegato Ettore Capri, docente di chimica agraria all’università Cattolica di Milano e membro dell’Efsa, agenzia europea di sicurezza alimentare –. Inoltre, abbiamo un controllo molto severo su tutti i potenziali contaminanti”. Il sistema italiano, infatti, è uno dei più strutturati a livello mondiale, grazie ai circa 4.500 veterinari pubblici coinvolti, alle verifiche effettuate e alla completa tracciabilità dei prodotti che assicurano la conformità ai requisisti di legge di oltre 99,9% dei controlli sulle carni e sui salumi consumati in Italia. Questi dati emergono dall’ultima relazione, relativa al 2013, del Piano nazionale residui (Pnr), un piano di sorveglianza messo a punto per svelare o verificare l’utilizzo di sostanze vietate, la somministrazione abusiva di sostanze non autorizzate, la conformità dei residui di medicinali veterinari con i limiti massimi di residui (Lmr) e le quantità massime di contaminati ambientali (ad esempio composti organofosforati e organo clorurati) fissate dalla normativa nazionale e comunitaria. Insomma, una filiera sicura che, secondo gli operatori del settore, mette sul mercato carni migliori rispetto ai competitor stranieri.