Oltre 500 milioni di euro è il giro d’affari dell’export di prodotti alimentari made in Italy in Giappone, tra i più interessanti mercati esteri di sbocco dei prodotti base della dieta mediterranea. La crisi economica del Sol Levante – aggravata dal sisma e dallo tsunami dell’11 marzo scorso – con il calo mensile della produzione industriale (-15%) e dei consumi familiari mette a repentaglio le fortune dell’Italian food & wine nelle grandi città nipponiche. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti in occasione dell’annuncio dell’effetto sisma-tsunami in Giappone sulla spesa delle famiglie e sulla crescita economica da parte della Banca centrale nipponica. A rischio ci sarebbero le esportazioni agroalimentari nazionali, che nel 2010 hanno fatto segnare un fatturato di 536 milioni di euro (+2% sul 2009). A valore, il prodotto più esportato è il vino, con oltre 102 milioni di euro, seguito dalla pasta (82 milioni), dalle conserve di pomodoro (70 milioni), dall’olio di oliva con 69 milioni e dai formaggi con 41 milioni di euro: si tratta principalmente, quindi, di un paniere di prodotti di base della dieta mediterranea.
Giappone, a rischio l’import d’Italian food?
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