Dal tre per due alle carte fedeltà, passando per i buoni sconto e i nuovi strumenti promozionali. Nel complesso, in Francia il mercato della cosiddette gratuità vale 3,7 miliardi di euro, con una crescita di 290 milioni rispetto allo scorso anno. Un fenomeno che negli ultimi anni è praticamente raddoppiato, diventando ormai un must nell’offerta di aziende e retailer. “Quasi il 75% dei consumatori dichiara di lasciarsi influenzare dalle promozioni – ha commentato Michaël Watine, direttore dell’innovazione di Nielsen -. Il volantino resta lo strumento di comunicazione per eccellenza, mentre l’attenzione degli shopper è rivolta soprattutto verso gli sconti immediati, generalmente preferiti alle altre tipologie. Una famiglia media francese spende circa 141 euro all’anno per le offerte che prevedono gratuità. Ma esiste una vera e propria fascia di cacciatori delle promo, che spende oltre i 253 euro”. Le proposte più aggressive sono concentrate in alcune categorie di prodotti, come i cosmetici e i detersivi. Tra i canali di vendita, invece, risultano più attivi in questo settore gli ipermercati, con un’intensità che negli ultimi mesi è fortemente sostenuta anche dalle dinamiche della guerra dei prezzi. “Ben pochi gruppi possono permettersi in questo momento di diminuire gli investimenti nelle promozioni – ha spiegato Laurent Zeller, ceo di Nielsen Francia -. Il rischio infatti è di perdere almeno il dieci per cento delle vendite rispetto ai competitor, proprio perché si intacca un’abitudine dei consumatori. Nel food, per esempio, le promo veicolano quasi il 7% della spesa annuale complessiva. Ancora una volta, inoltre, è la concorrenza tra i marchi a stimolare le offerte, molto più che il dualismo tra brand e private label. Alcune aziende stanno cercando di abbassare i livelli delle gratuità, ma ovviamente devono accettare di perdere posizioni, almeno nel breve termine”.
Fonte Lsa