L’arma per competere sul mercato globale dell’olio extravergine di oliva, ovvero una delle categorie più strategiche del settore agroalimentare nazionale e driver delle esportazioni, è rappresentata dalla valorizzazione dell’expertise italiana nel blending. L’Oleificio Zucchi è una delle aziende portavoce di questa strategia, che intende sostenere e promuovere anche nel corso di Marca, la più importante fiera italiana dedicata alla marca del distributore, che aprirà i battenti a Bologna il 14 gennaio.
Specialista nella fornitura di marche private e realtà consolidata nella produzione di oli d’oliva e di semi a marchio proprio, l’azienda intende infatti cogliere l’opportunità offerta dalla manifestazione per richiamare l’attenzione degli addetti ai lavori sulla centralità dell’arte italiana del blending, ovverosia della realizzazione di miscele di oli.
Il punto di vista dell’azienda olearia cremonese parte da una constatazione oggettiva: da tempo la produzione nazionale media annua (poco più di 300mila tonnellate) è insufficiente a coprire sia la domanda interna (circa 600.000 tonnellate) che le esportazioni (circa 400mila tonnellate). “Pertanto diventa fondamentale – si legge nella nota aziendale – affiancare al focus del 100% italiano made in Italy, che resta la nostra punta di diamante e che oggi può essere garantita solo in parte e per piccole produzioni di alta gamma, un’attenzione altrettanto importante alla valorizzazione della creazione del blend con oli di diversa provenienza”.
In altre parole sul mercato nazionale, e ancor di più su scala globale, la partita si gioca sulle caratteristiche qualitative e sull’esperienza sensoriale che solamente un buon olio extra vergine di oliva può assicurare. Ed è qui, secondo Oleificio Zucchi, che l’Italia gode di un vantaggio determinante.
“Oltre a possedere un patrimonio unico in termini di varietà di olive e il know how più avanzato nella frangitura – continuano dall’azienda – il nostro è il solo Paese al mondo ad aver affinato nei secoli l’arte nel selezionare e accostare oli da cultivar e provenienze diverse e nell’armonizzare profumi e gusti che variano di anno in anno per caratteristiche e disponibilità, ottenendo un prodotto superiore e diverso dagli ‘ingredienti’ di partenza”.
Malgrado il termine anglosassone, l’arte del blending è una sintesi degli aspetti distintivi del saper fare italiano: rispetto per la tradizione e innovazione, creatività individuale ed esigenze industriali, conoscenza dei territori e delle loro produzioni e conoscenza dei gusti del consumatore finale.
“Attraverso la partecipazione a Marca 2015 e ad altri importanti appuntamenti fieristici nazionali e internazionali in calendario nell’anno intendiamo coinvolgere i nostri interlocutori del comparto distributivo nel dare il giusto risalto al contributo del blending al gradimento nel mondo dell’extravergine prodotto in Italia” – ha dichiara Giovanni Zucchi, amministratore delegato Oleificio Zucchi. “Siamo fermamente convinti, infatti, che veicolare le specificità che avvantaggiano i nostri prodotti rispetto all’agguerrita concorrenza estera sia il modo migliore per consolidare l’attuale momento di successo e per stimolare il rilancio della filiera dell’extravergine nel nostro Paese.”