Federalimentare, inaccettabile l’ostruzionismo Ue sull’embargo russo

La posizione del presidente Luigi Scordamaglia è netta: "in questo modo viene penalizzato l'export di prodotti italiani di qualità"
Federalimentare, inaccettabile l’ostruzionismo Ue sull’embargo russo

I comparti specifici dell’industria alimentare colpiti dal boicottaggio imposto dalla Russia (dalle carni bovine e suine, al latte e all’ittico), coinvolgono una cifra complessiva di quasi 165 milioni di euro, che incide per il 30% sul totale dell’export di settore in Russia. Il rischio che questa importante valore della nostra bilancia commerciale venga bruciato si fa sempre più concreto.

Il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia non nasconde la sua preoccupazione di fronte alla chiusura della Commissione europea verso ogni possibile alleggerimento dell’embargo russo che definisce ‘inaccettabile perché penalizza i prodotti dop ed igp italiani.

“Dopo aver condotto in modo altalenante i negoziati tecnici che hanno già creato problemi all’esportazione di eccellenze di qualità agroalimentari italiane verso la Russia – si rammarica Scordamaglia – è inaccettabile che la Commissione UE interferisca anche sul perimetro dei prodotti potenzialmente liberalizzabili. Precludendo alla creazione di tavoli bilaterali viene bloccata sul nascere ogni speranza di riapertura verso i prodotti agroalimentari italiani, che oggi non possono andare in Russia”.

“Come primo passo, continua Scordamaglia, sarebbe necessario discutere di riaperture limitate ai Paesi, come l’Italia, in grado di offrire le maggiori garanzie di sicurezza e prodotti alimentari di migliore qualità. Pretendere che vengano riaperte le porte agli scambi tra UE e Russia in nome di un ventilato ‘o tutti o nessuno’ è quantomeno incoerente, dato che la stessa Commissione ha plaudito all’apertura della sola carne bovina irlandese verso gli Usa, tagliando fuori tutti gli altri Paesi membri”.

Chiediamo perciò, conclude Scordamaglia, che adesso sia il nostro Governo a gestire il problema, con negoziati bilaterali, soprattutto tecnici, che integrino almeno temporaneamente l’attività della Commissione”.

Nel 2014 gli effetti dell’embargo e l’arretramento del Pil hanno ridimensionato il peso delle esportazioni di prodotti alimentari italiani in Russia. Il +3,9% del 2014 rappresenta una brusca frenata rispetto al +24,4% del 2013 e anticipa una decelerazione più marcata nel lungo periodo.

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