Con l’economia globale in fase di rallentamento e la generale revisione dei comportamenti d’acquisto, i top retailer internazionali mostrano qualche segnale di affanno. O comunque una certa tendenza a ridurre la spinta al rialzo dei fatturati. Lo conferma il diciottesimo rapporto Global Powers of Retailing, realizzato da Deloitte in collaborazione con Stores Media, il ramo editoriale di National Retail Federation, principale associazione americana dei player della gdo. Considerando l’anno fiscale 2013-2014, le duecentocinquanta maggiori insegne mondiali hanno registrato un incremento complessivo del fatturato pari al 4,1%. Un passo indietro rispetto al 4,9 del 2012 e il 5,1 del 2011, derivato in parte anche dalle difficoltà di alcuni mercati, come quello cinese, russo e brasiliano. In cima alla classifica resta saldamente l’americana Wal-Mart, con i suoi 476,3 miliardi di dollari, davanti a Costco, che guadagna un posto e si mostra tra i player più dinamici insieme al competitor The Kroger, adesso sesto ma pronto a scalare diverse posizioni anche grazie alla recente acquisizione di Harris Teeter Supermarkets. Il terzo gradino del podio spetta intanto alla francese Carrefour, nonostante il calo delle vendite, seguita poi a ruota da Schwarz e Tesco, che perde tre posizioni. Ancora due europee, Metro e Aldi, rientrano nella top ten, a dimostrazione di quanto sia ampia l’apertura internazionale dei gruppi francesi e tedeschi, il cui giro d’affari all’estero si avvicina al 50% del totale. La prima italiana in lista invece è Coop Italia, sessantatreesima, quattro posizioni davanti Conad, mentre Esselunga occupa la posizione numero 124.
Top retailer, frena la crescita dei bilanci
Deloitte pubblica il rapporto annuale sul ranking delle 250 più grandi insegne internazionali. Ecco chi sale e chi scende
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