Che sia un personaggio fuori dal comune era già ampiamente risaputo. Eppure, ritrovarlo in una sede del partito comunista a dibattere animatamente con i presenti, può sembrare bizzarro anche per lui. L’ottantatreenne fondatore di Auchan, terzo uomo più ricco di Francia con un patrimonio personale di venti miliardi di euro, proprio non è riuscito a mandar giù un’iniziativa del circolo di Lille. Il tutto è cominciato, infatti, con l’affissione di un manifesto in cui i militanti di sinistra hanno affiancato la sua foto a quella di una giovane operaia, paragonandone lo stipendio e il peso fiscale. Sotto l’immagine di Gérard Mulliez, inoltre, campeggiava l’impietosa definizione di ʿprofittatore della crisiʾ. Davvero troppo per il numero uno della catena francese, che ha deciso così di consegnare personalmente le sue rimostranze. Ne è derivato quindi un siparietto piuttosto originale tra il magnate e i giovani iscritti alla sezione, che l’hanno riconosciuto quasi subito e poi accusato di ricevere soldi pubblici ma allo stesso tempo licenziare centinaia di dipendenti. “Siete cattivi con me — ha replicato Mulliez —. Io creo dei posti di lavoro e voi in cambio mi attaccate. E inoltre alla vostra età avevo già aperto il mio primo magazzino”. La discussione è durata alcuni minuti, senza però smuovere le parti dalle loro rispettive posizioni. Motivo per il quale la stampa transalpina ipotizza un nuovo dibattito, stavolta aperto al pubblico. Una questione di principio per il fondatore di Auchan che, a differenza di diversi membri della sua famiglia, non si è trasferito a Bruxelles per ragioni fiscali e continua quindi ad abitare nei pressi di Lille. Dove, appunto, non può non notare i manifesti che lo ritraggono.
Auchan, il fondatore Mulliez contro un poster del partito comunista
L’anziano miliardario non ha gradito un manifesto di critica nei suoi confronti. E ha sorpreso tutti con la difesa
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