Tempo di bilanci per il gruppo Campari che chiude il 2014 con un utile netto pari a 128,9 milioni di euro in calo del 13,9%, ma superiore rispetto alle attese degli analisti che prevedevano profitti per 123 milioni. L’utile netto rettificato del gruppo risulta invece in calo dello 0,7% pari a 154,4 milioni. Positivo il trend del fatturato che si è attestato a 1,56 miliardi di euro, in aumento del +2,4% (con una crescita organica del +3,4 per cento) a fronte di un dividendo invariato rispetto all’anno precedente e pari a 0,08 per azione.
Secondo il ceo Bob Kunze-Concewitz, i principali indicatori di performance nel 2014 sono stati in linea con le aspettative. “In particolare – puntualizza l’executive – il tasso di crescita organica delle vendite è stato positivo ed è raddoppiato rispetto all’anno precedente. Inoltre, ha evidenziato un’accelerazione nel quarto trimestre. Per quanto riguarda la redditività operativa, grazie all’accelerazione della crescita organica delle vendite e a un forte recupero dell’incidenza percentuale del margine lordo sulle vendite nel quarto trimestre, il risultato della gestione corrente sull’anno è stato in linea con l’anno precedente a livello organico. Questo risultato è stato raggiunto nonostante l’aumento del livello di spesa in pubblicità e promozioni e l’incremento significativo degli investimenti in nuove strutture distributive. Guardando al futuro, ci aspettiamo che la volatilità di alcuni mercati emergenti e la competizione di prezzo in atto in alcune aree geografiche rilevanti per il gruppo continueranno anche nel 2015, riducendo pertanto la visibilità in questa fase dell’anno. Per contro, riteniamo di potere conseguire un andamento positivo delbusiness e della marginalità trainato dallo sviluppo delle cinque top spirit franchise, in particolare dagli aperitivi, dal rum e dal whisky americano, anche grazie all’apporto positivo di un’accelerazione dell’attività di innovazione. Inoltre, riteniamo che lo sviluppo del business e della marginalità possa beneficiare dei ritorni attesi rispetto ai recenti investimenti in nuove strutture distributive e produttive del Gruppo, di un contesto più favorevole per quanto riguarda i costi delle materie prime, nonché dell’apporto positivo dei tassi di cambio”.