Dopo 17 anni di permanenza nel gruppo Sanpellegrino, di proprietà della Nestlè, l’acqua San Bernardo torna a imprenditori italiani. La multinazionale svizzera ha infatti siglato un contratto preliminare con il gruppo Montecristo di Lucca per la cessione del marchio cuneese che imbottiglia la minerale dal 1926 sulle Alpi Marittime presso il comune di Garessio, cui si è aggiunto nel 1991 lo stabilimento di Ormea, dove lavorano in totale 88 addetti.
Per Nestlè la futura cessione di San Bernardo rappresenta una razionalizzazione dei marchi in Italia, che si inquadra in un più generale trend di disinvestimento nel settore acque in Europa, come si evince chiaramente anche dalle note all’ultimo bilancio consolidato depositato in Svizzera dalla società. E’ già dal 2012 che si parlava di una cessione del marchio San Bernardo, ma finora non era stato trovato un acquirente degno di considerazione da parte della società venditrice.
“Il Gruppo Montecristo riporrà su San Bernardo tutte le proprie risorse ed energie – ha commentato Antonio Biella, ceo del gruppo acquirente – . Si tratta di un progetto che coltiviamo da tempo, un sogno che oggi è diventato realtà, visto che l’acqua San Bernardo è stata sempre uno dei nostri punti di riferimento, a livello di qualità e di immagine”. Il gruppo Montecristo, tra i cui azionisti vi sono, oltre a Biella, Matteo Frugani e Marco Colombo, detiene anche la maggioranza delle Fonti di Posina di Vicenza, proprietarie del marchio Lissa.