Il ceo Mike Coupe li considera ʿgermogli verdiʾ. Nulla più che timidi segnali di ripresa, all’interno di un mercato pesantemente condizionato dalla deflazione e dell’ascesa dei discount. Il terzo retailer britannico, infatti, ha registrato un calo delle vendite per il quinto trimestre consecutivo, come tra l’altro buona parte dei suoi maggiori concorrenti. Nelle dieci settimane al 14 marzo, la flessione ha raggiunto il meno 1,9%, ma stavolta, ed è proprio questa la notizia, il trend è stato decisamente migliore rispetto alla previsioni degli analisti. Certo, una rondine non fa primavera, soprattutto se il contesto resta difficile e il prossimo futuro non promette radicali inversioni di tendenza, come ammette del resto lo stesso Mike Coupe. Tuttavia, è evidente che la discussa decisione di tagliare il prezzo a oltre un migliaio di prodotti alimentari, in modo da rendere l’insegna più competitiva, comincia a dare i primi frutti. Non a caso, queste referenze hanno segnato una crescita a volume del 3%, aiutando non poco il player ad aumentare il numero delle transazioni e attrarre nuovi target. Dall’altro lato, però, la mossa ha inciso inevitabilmente sui ricavi. “Non bisogna attendersi miracoli da Sainsbury’s in un simile periodo di turbolenza – ha commentato Bryan Roberts, retail insights director di Kantar -. Per adesso, però, il programma di Mike Coupe sembra reggere. Intanto, mentre Aldi e Lidl continuano a rosicchiare quote di mercato, la minaccia più rilevante per il player arriva dalla ripresa di Tesco, che sembra uscito dal suo letargo”. Proprio Tesco, del resto, nel primo trimestre dell’anno ha incrementato le vendite del 1,1%, dopo un trend al ribasso che durava da 18 mesi.
Uk, timidi segnali di ripresa per Sainsbury’s
Le vendite del player britannico rimangono in flessione, ma il risultato supera le aspettative. Intanto Tesco sta uscendo dalla crisi
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