In quali Paesi il food italiano viaggia a ritmi più veloci sui mercati esteri? Nel corso della conferenza di presentazione del padiglione ‘Cibus è Italia’ Federalimentare ha annunciato i dati del commercio estero raccolti nell’Atlante geografico del food made in Italy nel mondo, dove si certifica che l’Europa è in assoluto l’area principale di sbocco, mentre gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato extraeuropeo. Ma le destinazioni dove il made in Italy registra il maggior dinamismo sono altrove. Spiccano i tassi di crescita di alcuni mercati del Sudest asiatico che ‘trainano’ anche la Cina.
Ma in questo scenario dinamico e in evoluzione, quali sono le categorie best seller? Sempre secondo i dati aggiornati al 2014 di Federalimentare, l’80% dell’export agroalimentare italiano è rappresentato da marchi industriali di prestigio e da prodotti a denominazione protetta. Tra le eccellenze del food made in Italy, il comparto enologico, che rispetto al 2013 ha segnato un incremento delle esportazioni pari al +1,1%, si conferma al primo posto per volumi, con un’incidenza pari al 20,3% del totale e un controvalore di 5.523 milioni di euro. Al secondo posto si classifica il dolciario, che, anche a fronte del +5,7% registrato nell’ultimo anno, raggiunge un valore di 3.345 milioni di euro, pari al 12,3%. Trend positivo anche per latte e formaggi (+4,4% rispetto al 2013), che insieme rappresentano il 9,2% di tutti i prodotti esportati, con una quota pari a 2.488 milioni di euro. Cresce anche l’export della pasta, altra grande star del made in Italy sempre più richiesta all’estero (+4,2% rispetto al 2013), che rappresenta l’8,3% dell’export alimentare, per un valore pari a 2.261 milioni di euro. Di poco inferiore (2.088 milioni di euro) la quota riservata agli ortaggi trasformati, passata di pomodoro in testa, che pesa il 7,7% del totale export, registrando un incremento del +3,7% nell’ultimo anno. Tra gli altri prodotti, l’aumento più consistente in termini di valori esportati registrati nell’ultimo anno spetta ai mangimi (+23,0%) e alla birra (+15,8%). Bene anche il pesce (+8,7%), il riso (+8,1%), il caffè (+7,6%), il prosciutto, i salumi e le carni trasformate (+3,5%).