E’ uno dei vantaggi più apprezzati dagli shopper nei marketplace virtuali e lo strumento migliore per garantire trasparenza ed efficienza nelle transazioni. Le recensioni sono insomma una garanzia di affidabilità per gli acquirenti e, allo stesso tempo, un’opportunità per i venditori di aumentare la propria visibilità in maniera meritocratica. Ma che succede se i commenti vengono falsati? Il rischio è ovviamente quello di un grave danno all’immagine dell’intera piattaforma online, anche se il fenomeno è numericamente limitato. Ne sa qualcosa Amazon che recentemente ha sporto denuncia contro Jay Gentile, identificato come il gestore di tre siti web specializzati proprio nel fabbricare reputazioni positive su misura. Una vera e propria organizzazione che, secondo il colosso di Jeff Bezos, agisce da intermediaria tra recensori e venditori, così da assicurare feedback artefatti, con un tariffario che parte da circa 20 dollari a intervento. Il meccanismo, insomma, sarebbe finalizzato a simulare la compravendita, per poi procedere con le recensioni fasulle. Un sistema seccamente smentito dal principale accusato, che invece sottolinea l’assoluta trasparenza del servizio, limitato a offrire incentivi per spingere i clienti a rilasciare i loro commenti. In attesa che la questione si risolva nelle aule del tribunale, Amazon ribadisce quindi il suo impegno per ostacolare la propaganda ingannevole e tutte le iniziative in tal senso che violano la policy. Proprio i giudizi sugli acquisti, d’altronde, sono da sempre uno dei motivi del suo successo. Sin dal 1995, quando Jeff Bezos dovette affrontare l’offensiva degli editori, indignati dal fatto che il distributore lasciasse visibili i commenti negativi sui libri proposti in vendita.
Amazon punta il dito contro le false recensioni
Il colosso dell’ecommerce ha denunciato tre siti web specializzati nella compravendita di commenti positivi. Una pratica che ne minaccia l’immagine e l’affidabilità
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