Durante gli ultimi mesi ha registrato performance tutt’altro che esaltanti nelle vendite. E le previsioni non sono affatto all’insegna della crescita, tanto da imporre un cambio di strategia piuttosto radicale, a cominciare dai prezzi. All’apparenza, questo sembrerebbe il momento meno propizio per ampliare la rete di distribuzione in Cina, considerate anche le forti difficoltà che stanno incontrando altri player stranieri, Tesco e Carrefour su tutti. Del resto, lo stesso Walmart nel 2014 ha dovuto chiudere ben 29 supermercati, nonostante un’esperienza nel mercato ormai quasi ventennale. Ma il numero uno della distribuzione mondiale non segue evidentemente schemi convenzionali e, dunque, si prepara a rilanciare con una nuova politica espansionistica. Entro il 2017, infatti, intende aprire 115 nuovi punti vendita, ristrutturane circa 50 e assumere almeno 19 mila dipendenti. Un piano decisamente ambizioso, che dimostra la volontà del gigante statunitense di diventare parte integrante nello sviluppo economico del Paese asiatico. L’obiettivo del ceo McMillon, del resto, è quello di non privarsi di un mercato che conta 400 milioni di potenziali clienti, con un potere d’acquisto in costante ascesa. Per restare competitivo, tuttavia, è ben consapevole dell’esigenza di investire anche nell’ecommerce, ormai forte di un giro d’affari miliardario e in continua affermazione tra gli shopper. Oltre a potenziare le attività nel canale, il retailer a breve lancerà un’app dedicata, offrendo ai clienti anche la formula del click & collect. Attualmente Walmart dispone nel Paese di 410 store in 165 città, con un market share che aumenta da otto trimestri consecutivi.
Walmart alla conquista della Cina
Nonostante un brusco calo delle vendite, il colosso americano si prepara a lanciare nel Paese un piano di espansione senza precedenti
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