Crolla un tabù e il burro ritorna da protagonista sulle tavole internazionali. Era il giugno 2014 quando il settimanale Time pubblicava un articolo dal titolo Eat Butter, accompagnato da questo sommario: “Gli scienziati avevano etichettato il burro come nemico. Perchè si sbagliavano”.
Il condimento originato dalla parte grassa del latte si prende oggi la sua rivincita, celebrata in un convegno a Milano nel contesto della fiera TuttoFood organizzato dal Gruppo Brazzale, che ha colto l’occasione per presentare un nuovo prodotto: il burro Fratelli Brazzale realizzato con panne freschissime centrifugate e zangolato entro 24 ore dalla mungitura. “Il burro è più che mai parte della dieta mediterranea – ha spiegato durante l’evento Pier Luigi Rossi, medico specialista di Scienze dell’Alimentazione – : per comprendere la sua anima nutrizionale occorre conoscere il suo significato alimentare: emulsione di acqua e molecole lipidiche, che sono amiche del colestorolo buono e ben tollerate da chi soffre di allergie alimentari”.
Grazie a questo tipo di incontro-educational, l’azienda punta a vincere la disinformazione e a costruire le basi del rilancio di questo alimento sia in Italia ma soprattutto all’estero, partendo dall’Europa dell’Est. Dopo l’apertura di una propria catena di distribuzione in Repubblica Ceca, che oggi ha raggiunto i 15 punti vendita e un milione e mezzo di scontrini all’anno, il Gruppo Brazzale conta di ampliare la propria presenza nel Paese. “A Praga abbiamo sei punti vendita e l’obiettivo è realizzare in corso d’anno sei nuove aperture – rivela a Food l’amministratore delegato Roberto Brazzale – . I prodotti che commercializziamo sono importati per il 70% dall’Italia e per il 30% provengono dal caseificio che abbiamo in loco”. In attesa che si ristabiliscano le condizioni per esportare in Russia, uno dei mercati più interessanti per il caseario italiano, il gruppo Brazzale scommette anche su altri mercati promettenti come Germania, Francia, Inghilterra, ma anche Estremo Oriente.