Piove sul bagnato per il settore lattiero caseario francese e non solo. Mentre la produzione continua a crescere inesorabilmente, dopo il record del 2014, i consumi nel vecchio continente non sembrano affatto in grado di assorbire i volumi aggiuntivi. Una dinamica resa ancora più grave dall’embargo nel mercato russo, dove gli europei vendevano oltre 20 mila tonnellate di formaggio al mese. Ma anche dalla riduzione dell’export verso la Cina, dato che il Paese asiatico ha tagliato del 50% gli acquisti di latte, a causa soprattutto di un’eccedenza nelle scorte dello scorso anno. Un colpo durissimo, insomma, anche per i cugini d’oltralpe, che nel primo trimestre del 2015 hanno registrato un crollo delle esportazioni di prodotti lattiero caseari del 9,4% a valore. In questo contesto di emergenza per tutti gli operatori del settore, inoltre, alcuni distributori sarebbero pronti a mettere in discussione gli accordi commerciali già conclusi per il 2015. Un’eventualità che renderebbe ancora più problematica la situazione. Anche perché i prezzi, attestati intorno ai 340 euro per mille litri, pur superiori rispetto alla media europea grazie proprio ai negoziati con trasformatori e distributori, restano comunque insufficienti per la redditività dei produttori. “Bruxelles non si muoverà fino a quando i prezzi non scenderanno sotto i 220 euro/1000 litri di latte – ha commentato Dominique Chargé, presidente della Federazione nazionale delle cooperative lattiero-casearie -. È urgente invece vengano utilizzati nuovi strumenti per garantire margini adeguati, come già avviene del resto negli Stati Uniti”.
Lattiero caseario, anche in Francia è allarme
Calo dei prezzi, embargo russo e taglio delle importazioni cinesi penalizzano duramente il settore. La Fédération nationale des coopératives laitière chiede aiuto all’Europa
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