Tempo di bilanci per il food and beverage italiano: secondo i dati di Federalimentare aggiornati ai primi quattro mesi dell’anno, infatti, le esportazioni hanno raggiunto 9,7 miliardi di euro, con un +6,7% sullo stesso periodo dell’anno precedente: quasi un raddoppio, dopo il +3,5% segnato a consuntivo 2014. La crescita di gennaio-aprile, inoltre, avvicina il trend alle previsioni di accelerazione dell’export formulate a inizio anno, che individuavano un possibile consuntivo 2015 del +5,5-6,0 per cento. In particolare, alcuni comparti hanno evidenziato crescite a due cifre: birra (+34,8%), acque minerali e gassose (+18,4%), caffè (+14,5%), molitorio (+14,3%), ittico (+12,4%). La pasta ha invece segnato un +9,6%, la trasformazione degli ortaggi +7,6% e il dolciario +7,4 per cento.
Le migliori performance sono arrivate dal mercato statunitense, e nuovi Paesi si stanno aprendo in modo promettente al commercio internazionale, ma le perdite sul mercato russo hanno arrecato notevoli danni alle esportazioni alimentari italiane. Nel 2013, ultimo anno pre-embargo, l’export era aumentato del +24,4%, mentre nel 2015 è sceso del -6%, e quest’anno sta accusando un taglio superiore al -40 per cento.
Secondo Federalimentare, l’Unione Europea dovrebbe avere un ruolo promozionale più marcato e più autonomo, in grado di sostenere maggiormente l’export italiano così come dei singoli stati membri. “L’Ue dovrebbe aiutarci di più sul fronte della difesa della proprietà intellettuale – spiega Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare –, contrastando meglio le fughe in avanti degli Stati nazionali sul fronte di iniziative sbagliate e distorsive della concorrenza, come le etichette a semaforo adottate nel Regno Unito. E dovrebbe provare a ‘smarcarsi’ di più in fatto di iniziative pericolose, che possono avere pesanti effetti boomerang, come le misure di ritorsione alla Russia per la crisi ucraina e il conseguente embargo”.
Il mercato Ue si conferma positivo per l’export alimentare italiano (+3,2%), anche se inferiore alla media mondo; i trend modesti realizzati in mercati leader come Germania (+1,4%) e Francia (+2,4%), sono stati bilanciati dalle buone performance di altri sbocchi importanti, come Regno Unito (+10,1%) e Spagna (+13,1%).
Sui mercati extra Ue si è verificata una nuova accelerazione in mercati importanti, fermi nel 2014, come Canada (+6,5%) e Giappone (+6,7%). Inoltre, altri Paesi hanno mostrato marcati trend espansivi, come Cina (+19,2%), Libia (+82,3%), Arabia Saudita (+48,8%), Turchia (+20,1%) e Emirati Arabi Uniti (+24,8%), a cui si aggiungono altri mercati emergenti, come Sud Africa (+28,7%), Hong Kong (+28,2%), Israele (+21,1%) e Taiwan (+16,1%).
Federalimentare, il 2015 è all’insegna dell’ottimismo
Il food and beverage italiano ha raggiunto importanti risultati quest’anno su diversi mercati internazionali, che fanno ben sperare per raggiungere l’ambizioso obiettivo di 50 miliardi entro il 2020
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