Per quasi un inglese su tre sono una vera e propria scelta di vita. E c’entrano davvero poco le condizioni mediche e i disturbi alimentari. Appena il 13% dei consumatori di prodotti free-from deve infatti seguire una dieta che gli impone di evitare glutine, frumento, latte o lattosio. Secondo un sondaggio di The Grocer, il 35% dei clienti di questa categoria è mosso dall’attenzione per la propria salute in generale, mentre il 28% la considera, appunto, una scelta di vita a tutto tondo. Nel complesso, più di un britannico su due è pronto ad aumentare la spesa. Ma i tasti dolenti restano i prezzi elevati, gli assortimenti poco ampi nel segmento premium e, a volte, il gusto non all’altezza delle aspettative. Intanto, però, Mintel calcola che oltremanica il mercato dei free from è raddoppiato in valore dal 2009 al 2014, e prevede un incremento del 51% entro il 2019, fino a raggiungere quota 551 milioni di sterline. Tenendo quindi ancora conto della ricerca di The Grocer, emergono almeno tre tendenze principali che guideranno lo sviluppo del settore. Ne abbiamo selezionati tre:
1- Più convenienza: il 34% degli intervistati acquisterebbe una quantità maggiore di prodotti free-from se fossero più economici. Un’opinione particolarmente diffusa tra i giovani, che rappresentano anche il target di riferimento per la categoria.
2- Maggiore visibilità. Gli shopper tendono a dividersi su quale sia la migliore collocazione dell’offerta all’interno degli store. Il 45% preferirebbe trovarli insieme agli altri prodotti, mentre il 29% vorrebbe una sezione a loro dedicata. Secondo gli esperti la soluzione ottimale sarebbe quella di prevedere un doppio posizionamento, così da soddisfare sia i celiaci, sia chi li sceglie per altre ragioni.
3- Food to go. E’ considerata la prossima frontiera dei free-from. Un canale ancora quasi del tutto inutilizzato, ma con ampi margini di crescita nei prossimi anni.