Una sfida tutta orientale per conquistare i marchi Peroni e Grolsch. Dopo i rumors circa l’interessamento della giapponese Asahi è adesso il turno di una società di Singapore, la Fraser & Neave controllata dal gigante thailandese del beverage Thai Beverage. In un comunicato ufficiale la società di Singapore ha confermato le indiscrezioni contenute in un lancio di agenzia della Reuters che ipotizzava il suo interessamento per i due marchi europei messi in vendita da SabMiller al fine di concretizzare la fusione con Ab Inbev. “La società valuta costantemente le opportunità strategiche per la crescita del proprio business e in questo senso ha espresso l’interesse ad acquisire i marchi Peroni e Grolsch”.
Fraser & Neave è un gruppo con due anime: la prima è quella alimentare e la seconda è quella editoriale, per un totale di circa 7900 dipendenti a livello internazionale. Produce soft drinks, prodotti a base di latte e gelati, che vende principalmente sui mercati di Singapore, Thailandia e Malesia, con interessi anche in società vietnamite. Fino al 2012 era anche operativa nel comparto della birra, ma in quell’anno ne è uscita e nel 2013 la maggioranza delle sue azioni sono state acquisite da Thai Beverage.
Nell’esercizio chiuso il 30 settembre 2015 la società ha riportato un fatturato di 2,1 miliardi di dollari di Singapore (+0,5% sull’esercizio precedente), pari a 1,35 miliardi di euro al cambio corrente, con un risultato operativo pari a 131,6 milioni di dollari (84 milioni di euro), in calo dell’11 per cento.
Thai Beverage, nota per il marchio thailandese di birra Chang, ha attività anche nei superalcolici, soft drinks (anche tramite la controllata F&N) e nella ristorazione “giapponese”. Nel 2014 ha fatturato complessivamente 162 miliardi di bath thailandesi, pari a 4,1 miliardi di euro, con utili netti pari all’equivalente di 550 milioni di euro.
Nel frattempo l’Antitrust americana ha annunciato di voler fare ulteriori approfondimenti circa la fusione tra Ab Inbev e SabMiller prima di dare il proprio via libera. SabMiller aveva ceduto interamente il suo marchio Miller alla Molson Coors per favorire il sì dell’Antitrust.