Dopo un iter durato 14 anni il Pane toscano, famoso per essere prodotto senza sale o “sciocco” per dirla con la lingua di Dante, è ufficialmente l’ultima Dop italiana in ordine di tempo. Il riconoscimento è giunto nonostante le opposizioni presentate da Belgio e Regno Unito, che sostenevano la eccessiva genericità della denominazione Pane toscano. Se fossero state accolte le obiezioni dei due Paesi il pane toscano avrebbe potuto essere prodotto in tutta la Ue come accade adesso per la mozzarella.
SEI I TIPI DI PANE PROTETTI Col ‘toscano’ salgono a tre le Dop italiane di pane: le altre due ad essere entrate nell’Olimpo delle produzioni agroalimentari di qualità sono il Pane del Dittaino (Sicilia) e il Pane di Altamura (Puglia), a cui si aggiungono le Igp Coppia ferrarese, Pane casareccio di Genzano e Pane di Matera.
I VANTAGGI DEL RICONOSCIMENTO PER LA FILIERA – Dal punto di vista economico, secondo le prime stime il riconoscimento consentirà di pagare il grano con un minimo di 250 euro per tonnellata a fronte dei 160 euro fissati dalla Borsa Merci di Bologna per il grano tenero. Panificando tutto il frumento tenero prodotto in Toscana si otterrebbero oltre 700mila quintali di pane, ovvero quasi il 100% della quantità totale del pane commercializzato oggi come ‘toscano’. Inoltre, si stima che la domanda di pane toscano porterà gli agricoltori della regione a produrre grano tenero per quantitativi intorno alle 75mila tonnellate, con un incremento di 3.000 posti di lavoro. Per un ambito traguardo in sede europea che è arrivato, un altro è appena salito sulla rampa di lancio: la Commissione nazionale italiana per l’Unesco di indicare l’arte dei pizzaioli partenopei come unica candidata italiana per entrare di diritto nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità.