Deflagra inaspettatamente la conflittualità all’interno del consiglio d’amministrazione di Parmalat e, proprio nel giorno in cui vengono presentati i risultati di bilancio per il 2015, il board nella multinazionale di Collecchio decade per le dimissioni di tre membri ‘non indipendenti’. In altri termini coloro che governano la società.
CONTRAPPOSIZIONI INSANABILI IN CDA – L’iniziativa è partita da Antonio Sala, uno dei consiglieri espressione dell’azionista di maggioranza Lactalis, che è uscito dal cda in forte polemica. Il comunicato stampa è chiarissimo in tal senso: “In un quadro in cui Parmalat ha conseguito ancora una volta risultati in crescita – ha dichiarato Sala – e dimostrato una propensione a scelte industriali impegnative, ho ritenuto di dover rassegnare le mie dimissioni a fronte del continuo riproporsi di contrapposizioni in seno al cda. Tali contrapposizioni non facilitano l’operare sui fronti strategici e gestionali ove il gruppo è maggiormente impegnato, date le complesse situazioni dei paesi e dei mercati in cui è presente”. Alle dimissioni di Sala si sono associate quelle dell’amministratore delegato di Parmalat Yvon Guerin, dal 1990 nel gruppo Lactalis di cui ha scalato la piramide societaria e dell’avvocato parigino Patrice Gassenbach, esperto di grande distribuzione e concorrenza nonché anima legale della società. Non è chiaro quanto e come abbia influito la proprietà francese in questa rottura del consiglio.
NUOVO CDA IL 29 APRILE – Anche il milanese Sala, manager dalle elevate competenze in finanza, è uomo forte di Lactalis in Italia, e non solo: è entrato nel gruppo francese quando la società della famiglia Besnier acquisì Galbani, di cui è stato direttore finanziario e amministratore. Da lì una carriera che lo ha portato fino a ricoprire le più alte cariche in Italia per la filiale del gruppo francese – compresa Parmalat – fino ad arrivare nel cda della capogruppo d’Oltralpe, da cui sarà probabilmente costretto a dimissioni dopo questo strappo di cui non sono ancora noti i dettagli. Il nuovo cda, dove si erano appena insidiati due nuovi consiglieri indipendenti arriverà con l’assemblea dei soci il 29 aprile. Anche nel 2014 il cda si dimise quasi in blocco Guerin e Sala erano tra questi – per i problemi giudiziari nati dall’acquisizione di Lactalis America Group (Lag, di cui Guerin era stato numero uno), giudicata troppo onerosa da Consob.
RICAVI 2015 IN CRESCITA, UTILI IN CALO – Le dimissioni dei tre consiglieri fanno passare in secondo piano i risultati del 2015 del gruppo lattiero – caseario, che ha chiuso l’esercizio con un fatturato consolidato di 6,41 miliardi di euro, in crescita del 15,7% rispetto al 2014. La variazione a tassi di cambio costanti e perimetro omogeneo (ottenuto escludendo le nuove attività acquisite nel corso del 2015 in Brasile, in Italia, in Australia e in Messico ed escludendo gli effetti dell’iperinflazione in Venezuela) è in aumento dell’8,8 per cento. I cambi hanno avuto un effetto negativo sul fatturato per 362 milioni di euro, a causa principalmente del deprezzamento del bolivar venezuelano, mentre le acquisizioni hanno aggiunto 833 milioni di euro di fatturato. A cambi costanti e perimetro omogeneo l’area dove il gruppo ha avuto le migliori perfomance è di gran lunga l’America latina (+98% ricavi, +104% ebitda), seguita dall’Africa. Fatturato in calo in Europa, Nord America e Oceania. Il margine operativo lordo è cresciuto dell’+1,1% a 444,5 milioni di euro: le aree a maggior redditività sono state nel 2015 Europa, Nord America e Africa. L’utile netto è in calo del 28,1% a 147,6 milioni di euro. Le disponibilità finanziarie nette sono pari a 301,1 milioni di euro, in diminuzione di 818 milioni rispetto ai 1.119,1 milioni del 31 dicembre 2014, principalmente a causa delle acquisizioni.