Un tempo era considerata una categoria inaccessibile alla private label, ma ormai il vino è stabilmente entrato nelle strategie a marchio della gdo. E i numeri delle insegne presenti a Vinitaly stanno a dimostrarlo. Iper La Grande I propone il marchio Grandi Vigne con 57 referenze, di cui 10 di vino biologico, e progetta di inserire sempre più vini di alta qualità, rispettosi dell’ambiente, a produzione integrata e biologica, riducendo gli allergeni. Il Gruppo Selex (insegne Famila, A&O, etc.) con la sua linea Le Vie dell’Uva dispone di 50 etichette, vende 3 milioni di bottiglie l’anno e programma di ampliare la gamma dei vini sopra i 6 euro ed eventualmente introdurre il vino biologico. Conad ha circa 20 marchi esclusivi che coprono quasi tutte le regioni italiane e sta valutando di inserire nuovi prodotti di fascia alta. Sigma dispone di circa 30 etichette proprie, posizionate nella fascia di prezzo da 4 a 8 euro e studia una eventuale inserimento del vino biologico. Despar gestisce 37 etichette, sia basic che di pregio, come Barolo, Cartize, Amarone e Franciacorta. Carrefour con Tralcio Antico ha circa 20 etichette e programma un ammodernamento del packaging e una revisione delle referenze.
COME INFORMARE IL CLIENTE – Ma la sfida per la gdo è anche quella di avviare una nuova fase comunicativa nei supermercati italiani, con l’obiettivo di cancellare l’anonimato di tanti scaffali del vino per informare al meglio i consumatori sulle tante varietà disponibili. Come? A rispondere sono i buyer di quelle stesse catene che parteciperanno a Vinitaly. “Nel 2015 per la prima volta in 100 supermercati è stata usata la tecnologia ‘beacon’ e i consumatori hanno ricevuto automaticamente sul proprio smartphone informazioni dettagliate su alcune etichette vino esposte davanti a loro” riferisce Fabio Bocchini del Gruppo VéGé. In una prospettiva simile i punti vendita della Sigma hanno utilizzato “strumenti multimediali quali i tutorial di degustazione con sommelier all’interno dei punti vendita” spiega Alessandro Pritoni. E Fabrizio Danesi di Penny Market racconta di una sperimentazione col QR Code (codice a barre) per consentire al consumatore di leggere una scheda tecnica dettagliata dei vini esposti.
ETICHETTE PARLANTI – Convinta che la strada da seguire sia quella delle etichette parlanti anche la catena EcorNaturasì, come sottolinea Michele Bonato: “L’assortimento va diviso per regioni, evidenziando poi nelle etichette parlanti aspetti importanti per il consumatore come filiera, vini vegani, vini senza solfiti”. Per la catena Iper La Grande I, bisogna puntare su “ambienti più simili a cantinette, separando i vini di valore dagli altri, con una cartellonistica specifica, talvolta delocalizzando in vino vicino ai reparti pescheria, gastronomia, macelleria per suggerire abbinamenti” come spiega Antonella Emilio, direttore comunicazione Iper Montebello. Per Carrefour la soluzione ideale è un mix tra degustazioni saltuarie con i sommelier e il ricorso ad etichette parlanti: “Gestiamo già attività di degustazione con sommelier professionisti e pensiamo che le etichette parlanti saranno il modo più efficace di comunicare il vino” dice Umberto Mazza. Ma i sommelier difficilmente possono essere presenti costantemente nel supermercato, ecco dunque che Conad sta progettando di sostituirli con un addetto del punto vendita in grado di dare informazioni dettagliate sul vino e sui possibili abbinamenti col cibo, oltre ad assicurare una presenza costante dentro il supermercato, come chiarisce Valerio Frascaroli. Despar ha pensato bene di organizzare “corsi serali composti da 4 lezioni teorico-pratiche di 2 ore ciascuna con esperti qualificati di vino, aperti ad un massimo di 40 clienti; nelle provincie dove abbiamo portato avanti questa iniziativa abbiamo avuto il tutto esaurito ai corsi” racconta Simone Pambianco.