Conto alla rovescia per la 18° edizione Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione, organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare, che aprirà i battenti lunedì 9 maggio a Parma alla presenza del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per proseguire fino al 12 maggio.
EDIZIONE DA RECORD – Sulla scia del dopo Expo anche i numeri parlano chiaro: 3 mila espositori su un’area di 130mila metri quadri, 70mila visitatori attesi, di cui 15mila dall’estero. Arriveranno 2mila top buyer da ogni continente, grazie alla collaborazione con ICE Agenzia e ad un investimento complessivo di oltre 3 milioni di euro, grazie anche all’importante contributo da parte del Governo – attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico – nel quadro di programma promozionale del made in Italy agroalimentare “The Extraordinary Italian Taste”. In concomitanza con l’evento fieristico si terranno il “World Food Research and Innovation Forum” e l’assemblea annuale di Federalimentare.
PERFORMANCE IN CRESCITA, GRAZIE ALL’EXPORT – “Cibus è una fiera in continua crescita – ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, presidente di Fiere di Parma – per il volume d’affari che genera, per notorietà internazionale ed anche come numeri: gli espositori aumentano dell’11% rispetto alla precedente edizione e i metri quadrati lordi d’esposizione dell’8%”. Merito anche della crescita delle esportazioni del comparto alimentare che nel 2015 hanno raggiunto i 37 miliardi di euro, facendo ben sperare per l’obiettivo, delineato dal premier Matteo Renzi, di raggiungere i 50 miliardi entro il 2020.
TRAGUARDO 50 MLD DI EURO PIU’ VICINO – “Con un 6-7% di aumento dell’export l’anno, l’obiettivo è alla nostra portata. Oggi la sfida è quella di trasformare quei progetti capaci di creare occupazione e ricchezza, in investimenti e in risultati in termini di esportazione del food and beverage italiano per consolidare un trend di crescita positivo. – ha sottolineato Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare –. Il traguardo di 50 miliardi di euro a fine decennio garantirebbe inoltre un aumento degli occupati diretti e indiretti di circa 100.000 unità e permetterebbe al made in Italy alimentare di entrare nella leadership europea colmando in parte il gap con gli altri Paesi”.
IL FUTURO DELLA FIERA – La sfida per i prossimi anni è trasformare Cibus in una piattaforma permanente per la promozione all’estero del food made in Italy. “Con le 3mila aziende espositrici – ha sottolineato Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma – daremo al mondo una rappresentazione straordinaria del nostro patrimonio di competenze lungo tutte le filiere. Cibus 2016 è il traguardo di anni di lavoro durante i quali abbiamo accompagnato le imprese alimentari italiane nelle più importanti fiere internazionali di settore (da Pechino a Bangkok, da Chicago a San Francisco), organizzando road show (Tokio, Dubai, Singapore) e incontri con i buyer esteri nel Cibus Market Check (da Mosca a New York, da San Paolo a Shanghai)”.