L’esempio concreto di quanto potrebbe accadere arriva direttamente dalla Gran Bretagna. Oltremanica, l’ascesa dei discount Aldi e Lidl continua a impattare duramente sul giro d’affari di Asda, rivenditore controllato dal colosso americano. Il player britannico, arrivato alla settima trimestrale consecutiva in calo, soffre proprio la concorrenza dei due rivenditori tedeschi e, a differenza di Tesco, Sainsbury’s e Morrisons, non sembra affatto riuscire a recuperare terreno. Un primo assaggio, insomma, di quanto potrebbe accadere anche nel mercato statunitense, dove le corazzate europee sono pronte a lanciare un piano di espansione ambizioso e aggressivo.
NUOVE APERTURE – Aldi, non a caso, ha in programma di aprire almeno altri 500 negozi nei prossimi due anni, portando così a 2 mila il numero complessivo dei suoi punti vendita, senza considerare i 400 store di Trader Joe, gestito da Aldi Nord. Intanto, investe sull’ampliamento dell’offerta, arricchendo gli scaffali di prodotti senza glutine, cibo biologico e specialità gastronomiche, provando così a intercettare anche un target più altospendente, con risultati certamente lusinghieri.
DEBUTTO NEL 2018 – Lidl, invece, inizierà la sua attività negli Usa tra soli due anni, con l’obiettivo annunciato di sviluppare rapidamente una rete commerciale capillare sul territorio. Entrambe, dunque, hanno nel mirino la clientela di Walmart e tutta l’intenzione di scatenare una guerra dei prezzi, come accaduto nel vecchio continente.
CAMBIANO GLI SCENARI – Il rivenditore guidato dal ceo Doug McMillon, che costruisce tre quarti del suo fatturato nel mercato domestico, dovrà guardarsi anche da un certo cambio di abitudini da parte dei consumatori americani. Gli shopper a stelle e strisce, infatti, sembrano sempre più orientati a spalmare la spesa su vari negozi, a seconda delle referenze da acquistare, apprezzando maggiormente le superfici specializzate e l’offerta di prodotti locali, oltre ovviamente al canale ecommerce.