145 milioni di euro. È il peso economico degli europei di calcio o meglio l’impatto che la manifestazione sportiva appena iniziata potrà generare sui consumi degli italiani considerando le vendite dei principali mercati alimentari. Solo nella grande distribuzione si genererebbero vendite aggiuntive per 69 milioni di euro con un incremento dell’8 % sui consumi medi del periodo. Sempre che la Nazionale arrivi in finale.
DIETA MEDIATICA DEL TIFOSO – Dei consumi aggiuntivi, il 27% sarà speso in birre, il 23% in gelati, il 9% rispettivamente per affettati, bevande gassate e mozzarelle. Spiaggiati sui divani, costretti a una dieta mediatica, tradizionalisti ma inclini al nuovo trend salutistico, gli italiani consumeranno maggiormente wurstel ma di pollo e tacchino, che sostituiranno, almeno in parte, la versione più ipercalorica del suino e registrando un più 102% nelle vendite del periodo.
IL CLASSICO SUL DIVANO: BIRRA E PANINO – Dei 18,6 milioni di euro spesi in più per le birre, quelle bionde e al di sotto dei 6 gradi coprono l’86%. Tra i gelati, le vendite si dividono prevalentemente tra le confezioni multiple (51%) e quelle in vaschetta (43%). Tra le bevande gassate le Cole raccolgono il 46% della spesa, mentre il 13% va a bevande gassate di gusto non tradizionale. La categoria degli affettati si divide tra gli arrosti 28%, il crudo 24% e la bresaola 19%. “come tutti, anche noi tiferemo per un pieno successo della nostra Nazionale agli Europei – osserva Stefano Bassi, Presidente di Ancc-Coop – Certamente perché l’Italia e gli italiani hanno bisogno di vittorie e anche perché questa può essere un’ottima occasione per dare nuovo impulso alle vendite, un po’ in difficoltà nelle ultime settimane”.
TIFARE ITALIA E’ VOLER BENE ALL’ECONOMIA – Infatti, in caso di una nostra uscita anticipata dal torneo, l’obiettivo stimato non sarà centrato, l’impatto si smorzerà subito e in questo caso le vendite aggiuntive sarebbero inferiori di un buon 50%, attestandosi su un più 4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e quindi andandosi a sommare al giro d’affari di circa 900 milioni, che già interessa questi mercati. Le stime sono frutto del lavoro di ricognizione affidato da Coop a Iri – Information Resources partendo dall’analisi dello stesso fenomeno durante l’edizione 2012 degli Europei.