E’ stata approvata definitivamente dal Parlamento la legge contro gli sprechi alimentari. L’obiettivo, ora più vicino, consiste nel recupero di un milione di tonnellate di cibo all’anno. E chi non spreca il cibo verrà premiato. Dopo il primo sì della Camera a marzo scorso, nella serata di martedì 2 agosto è arrivato il via libera definitivo del Senato. “Con il voto di oggi, manteniamo una promessa. L’Italia si è dotata di una legge organica sul recupero delle eccedenze e sulla loro donazione per solidarietà sociale”, ha spiegato la deputata del Pd Maria Chiara Gadda, prima firmataria della legge, al momento dell’approvazione.
“Questa norma – ha sottolineato il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. È una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano. Un provvedimento che conferma l’Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili”.
COSA PREVEDE LA LEGGE – Il provvedimento, che arriva a soli sei mesi di distanza rispetto a un’analoga legge francese, definisce per la prima volta nell’ordinamento italiano i termini di eccedenza e spreco alimentari, fa maggiore chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza, e punta semplificare le procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità. Rispetto alla norma approvata in Francia, che si basa sulla penalizzazione, quella italiana punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica. Consente – ad esempio – la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono nei campi e la loro cessione a titolo gratuito. Dice in modo chiaro che il pane potrà essere donato nell’arco delle 24 ore dalla produzione. E, per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, permette ai clienti l’asporto dei propri avanzi con la family bag.
COSA CAMBIA – Tra le prime novità della legge occorre segnalare la semplificazione burocratica. Viene poi rafforzato il Tavolo per gli indigenti del Ministero dell’Agricoltura, che vedrà la partecipazione anche delle organizzazioni agricole insieme a enti caritativi, industria e grande distribuzione. E’ previsto un finanziamento di due milioni di euro per l’acquisto di alimenti da destinare agli indigenti. Non solo le onlus, inoltre, ma anche gli enti pubblici, potranno essere considerati soggetti donatori. Ai Comuni viene data la possibilità di incentivare chi dona agli indigenti con uno sconto sulla Tari. Si possono poi donare anche i cibi e farmaci con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l’indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze. Non sarà richiesta la forma scritta per le donazioni gratuite di cibo, farmaci e altri prodotti e saranno coinvolte nella prevenzione dello spreco anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. Infine, più spazio alle produzioni a chilometro zero, che dovranno essere promosse dal Ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi. Con la nuova legge viene istituito un Fondo presso il Ministero con dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze, nonché per promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili.
COMMENTI – Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop, parla di “una buona legge che favorisce ed incentiva l’impegno delle imprese volto a ridurre lo spreco di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili, ma non più vendibili”. Buona “perché assicura la donazione di ingenti quantità di alimenti a fini di solidarietà sociale e per il contrasto della povertà, attraverso una forte semplificazione ed un’importante estensione delle merceologie e della platea dei soggetti destinatari del Terzo Settore”. E perché lo fa “senza obbligare le imprese, ma con un’azione di responsabilizzazione e coinvolgimento”. Coop è in prima fila nella battaglia contro lo spreco alimentare e solo nel 2015 sono state donate ad oltre 800 organizzazioni del volontariato di ispirazione religiosa e laica 5.143 tonnellate di derrate alimentari, pari ad un valore di oltre 24 milioni di euro, che hanno permesso di fornire 6 milioni di pasti a persone in difficoltà.
“Questa legge rappresenta un importante passo per semplificare il processo di donazione delle rimanenze alimentari, un’attività nella quale le nostre imprese sono impegnate già da molto tempo nonostante le numerose difficoltà – commenta Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione. Secondo uno studio del Politecnico di Milano la distribuzione ogni anno dona prodotti alimentari per 65mila tonnellate (pari a oltre 220mila pasti al giorno). Una quantità che ora potrebbe aumentare notevolmente grazie alla nuova legge. “Prima di questa norma – aggiunge Cobolli Gigli – assistevamo al paradosso che destinare i prodotti a rifiuto costava meno che donarli. Questo a causa dei pesanti adempimenti burocratici necessari per fare le donazioni. Ora si sono invece create migliori condizioni per raggiungere l’obiettivo più volte indicato dal Ministro Martina, cioè raddoppiare le attuali 480mila tonnellate di donazioni da parte dell’intera filiera, raggiungendo il milione di tonnellate annue. Per dare impulso alle donazioni sarà importante che gli enti locali recepiscano l’invito contenuto nella norma, riducendo la tassa sui rifiuti per i soggetti che donano. Più donazioni significa meno rifiuti e meno costi per il sistema, e noi auspichiamo che almeno una parte di questi risparmi possano essere distribuiti a chi alimenta questo percorso virtuoso”. Infine, “diffondere il messaggio positivo delle donazioni è fondamentale per alimentare un senso di responsabilità nelle imprese e nei cittadini. Per questo Federdistribuzione, insieme a Federalimentare, Fondazione Banco Alimentare e Unione Nazionale Consumatori partecipa al progetto LIFE-Food Waste Stand up, con l’obiettivo di sensibilizzare al contenimento degli sprechi e di educare al recupero delle eccedenze”.
Secondo Gregorio Fogliani, presidente della onlus QUI Foundation, attiva dal 2007 con il progetto Pasto Buono per il recupero e la donazione di eccedenze alimentari ai bisognosi, “questo è un grande risultato per l’Italia, che dimostra così di saper tenere il passo con i Paesi europei più virtuosi, come la Francia, nella lotta contro gli sprechi alimentari. Aspettavamo un intervento simile da anni. Grazie agli incentivi previsti dalla nuova legge, donare diventerà più semplice. Secondo le stime, si potrebbe dimezzare il volume degli sprechi nel giro di dieci anni”.
Plauso anche da chi aveva lanciato una petizione a sostegno della lotta agli sprechi alimentari.“Dopo una campagna a sostegno della nostra petizione durata 435 giorni, 67.604 firme, 31 aggiornamenti, 83 post sulla pagina facebook dedicata e 229 tweet possiamo finalmente gridare Vittoria!” scrive Daniele Messina su Change.org. “Questo successo è stato reso possibile grazie ai 67.604 sottoscrittori che hanno firmato e sostenuto la petizione per oltre un anno, quando la consapevolezza sul problema degli sprechi non era alta e la questione veniva snobbata dai politici – aggiunge Messina nel suo messaggio.