Le carni suine italiane potranno accedere al mercato cinese. Il 27 settembre l’ambasciata italiana in Cina ha formalizzato al Ministero della Salute la decisione della “General Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine“ (Aqsiq) di riconoscere l’indennità da malattia vescicolare della macro regione del Nord (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Valle D’Aosta, Veneto e Trentino-Alto Adige). Un passaggio fondamentale che permette l’attivazione delle procedure operative con le autorità cinesi per l’effettiva apertura del mercato alle carni suine fresche e ai prodotti a breve stagionatura.
APERTURA PER LA MACRO-REGIONE DEL NORD – L’esportazione di questi prodotti, infatti, era ostacolata dal fatto che l’Italia fosse considerata non indenne dalla malattia vescicolare, sebbene il problema sia marginale e limitato a due Regioni. Dopo oltre dieci anni di trattative, nel 2013 Assica aveva prospettato al Ministero della Salute la possibilità di proporre un’apertura alle sole regioni sulle quali le autorità americane avevano già condotto una valutazione del rischio favorevole. L’idea si è rivelata vincente ed è stato raggiunto un obiettivo di primaria importanza strategica per lo sviluppo futuro del settore. “Questo fondamentale risultato è stato raggiunto grazie all’incisiva azione di Assica presso le nostre autorità, con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali. Tutte le autorità italiane coinvolte hanno lavorato intensamente e in maniera sinergica per il perseguimento di un obiettivo di grande rilevanza” ha affermato il Presidente di Assica Nicola Levoni.
SOSTEGNO AI NOSTRI PRODOTTI IN UN MERCATO CRUCIALE – “Un risultato molto importante a tutela della nostra suinicoltura” – ha dichiarato il Ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina. “È fondamentale ora entrare presto nella fase operativa e aprire definitivamente il mercato. Aggiungiamo un tassello fondamentale al piano strategico per sostenere i nostri prodotti in mercati cruciali come quello cinese, dove le esportazioni italiane hanno superato i 350 milioni di euro.
SCENARIO ECONOMICO – L’apertura della Cina alle esportazioni di carni suine, grassi e frattaglie italiane rappresenta una grande opportunità, e potrebbe generare già nella fase iniziale un fatturato export pari a 50 milioni di euro, permettendo all’Italia di recuperare posizioni rispetto ai principali competitor europei. Nei primi sette mesi del 2016 le esportazioni dell’Ue di suini vivi, carni suine fresche e congelate, frattaglie e prodotti a base di carne suina hanno raggiunto la cifra record di 2,4 milioni di tonnellate per un valore di circa 4,4 miliardi di euro con un incremento in volume e valore del 36,7% rispetto al 2015. A determinare questo incremento è stata proprio la domanda cinese, balzata a 1.157 milioni di tonnellate dalle 561 mila tonnellate del periodo gennaio – luglio 2015 con un incremento del 106,3% per un valore di 1,7 miliardi di euro (+123%). La Cina è il principale mercato di destinazione delle esportazioni europee del comparto suino, con una quota pari al 48% del totale.