Si è spento all’età di 90 anni Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga. Il 7 ottobre avrebbe compiuto 91 anni. Aveva confessato ad alcuni amici che avrebbe partecipato all’inaugurazione dell’apertura del supermercato Esselunga a Roma, ma non ce l’ha fatta.
Caprotti aveva dato mandato a Citigroup per la vendita della sua Esselunga per una cifra intorno ai 6/7 miliardi di euro. Gli immobili erano stati scorporati da alcuni anni e a chi andranno è scritto nel testamento. Oggi sono in vendita il brand e l’avviamento, oltre alla gestione operativa che comprende i dipendenti e i magazzini. Una gestione che ha una redditività per mq di circa 16 mila euro, quasi il doppio di quella dei migliori competitor italiani. Anche per questo i risultati economici e finanziari sono buoni e la società potrebbe essere quotata in Borsa con successo riservando ai dirigenti e ai dipendenti condizioni particolari. Diventerebbe di fatto una public company.
E questa potrebbe essere una delle strade possibili da percorrere, come avevamo già ipotizzato su Food in un’inchiesta pubblicata diversi anni fa che Caprotti aveva letto.
La seconda soluzione. L’acquisto di Esselunga da parte di player internazionali come Walmart o Carrefour.
Terza ipotesi: un fondo come Blackstone o Cvc potrebbe entrare nel capitale e rivendere il gruppo dopo qualche anno, proseguendo l’espansione territoriale.
Entro l’anno sapremo a chi andrà Esselunga.
La redazione di Food partecipa al lutto della famiglia e di tutti i dipendenti di Esselunga.
di Paolo Dalcò