Una crescita del +57% della produzione, del +77% del numero di paesi che ne producono almeno 1.000 tonnellate all’anno, del +73% del numero di paesi che ne consumano almeno 1 kg pro capite all’anno. Questi sono alcuni dei dati sull’evoluzione della produzione e del consumo di pasta nei 18 anni del World Pasta Day, la giornata mondiale della pasta che si è svolta lo scorso 25 ottobre a Mosca, organizzata da Ipo (International Pasta Organisation) e Aidepi in collaborazione con l’Italian Trade Agency di Mosca.
ESPORTAZIONI CONSOLIDATE E MERCATI PROMETTENTI – Tra il 1997 e il 2015 l’Italia ha confermato il proprio ruolo di leader mondiale di produzione ed export, che in particolare è aumentato in media del 50% e vede negli Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Cina e Usa i mercati più promettenti. Se l’Europa resta il bacino più consolidato (Germania, UK, Olanda, Belgio, Austria: tra +100% e +150%; Svizzera: +500%; Francia: +72%) e le esportazioni verso Nord e Sud America sono rimaste piuttosto stabili a causa di una radicata industria locale della pasta, i trend più interessanti si sono realizzati in Asia, con picchi nel Far East (oltre il 200% in Thailandia e Singapore, 400% in Corea del Sud).
CARBOFOBICI, CHI HA PAURA DELLA PASTA? – “Secondo il Foods Trend Report di Google – ha spiegato Mario Piccialuti, direttore di Aidepi, in occasione dell’incontro di presentazione per la stampa del 19 ottobre a Roma – la pasta è il cibo più cliccato ovunque nelle ricerche sul web. Anche negli Stati Uniti, paese carbofobico per eccellenza e amante delle diete iperproteiche, la pasta è fra i primi cinque cibi. Oltre a vantare i maggiori consumi pro capite (24 kg), l’Italia è il primo paese produttore al mondo, con 3,2 milioni di tonnellate, il che significa che un piatto di pasta su quattro consumati al mondo sono made in Italy”.
MODERNIZZAZIONE NELLA TRADIZIONE – Ora, tuttavia, è il momento di affrontare nuove sfide, a partire da una ‘modernizazzione’ del piatto italiano per eccellenza. “La sfida è proporre un piatto moderno – ha spiegato Paolo Barilla, presidente di Aidepi –, che tenga conto della salute, degli aspetti nutrizionali e dell’impatto ambientale. La pasta non è più come un tempo un mezzo di sostentamento a basso costo, ma è anche piacere e gusto e credo che avrà un ruolo straordinario nell’alimentazione mondiale. In questo l’Italia ha un ruolo fondamentale, quello di dettare il passo seguendo gli stimoli che provengono anche dagli altri paesi, ma mantenendo la tradizione”.