C’è un tempo per combattere e uno per tendere la mano. Anche tra arcinemici quali sono Esselunga e Coop, che da sempre si danno battaglia senza esclusione di colpi. Dopo la sentenza della Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso della Coop Estense nella causa civile per diffamazione nata dal famoso libro ‘Falce e martello’ di Bernardo Caprotti, è arrivato il momento di provare a chiudere un periodo di grandi battaglie mediatiche e giudiziarie tra i due big della grande distribuzione, e riportare la competizione su un livello più prettamente commerciale. Almeno è questa l’offerta che ha fatto Coop attraverso un comunicato nel quale l’azienda si dice disponibile a “fare un passo indietro dai contenziosi” attivati contro Esselunga per riprendere “una competizione che abbia come luogo di confronto il mercato, secondo le sue regole, e non le sedi giudiziarie”.
“RICONSIDERARE FALCE E MARTELLO” – I giudici hanno annullato la sentenza di appello che aveva negato a Coop Estense, ora confluita in Coop Alleanza 3.0, un risarcimento danni per le affermazioni riportate nel famosissimo libro ‘Falce e martello’, nel quale l’imprenditore di Esselunga aveva raccontato tutte le ‘malefatte’, a suo dire, della cooperazione rossa. In buona sostanza, ha detto la Suprema Corte accogliendo il ricorso della Coop, i giudici milanesi di primo e secondo grado hanno sbagliato a considerare quel libro come un’opera letteraria priva di un chiaro intento informativo e sorretta solo dall’esigenza “narrativa” di esporre la personale riflessione di Caprotti sul sistema delle coop. In realtà il libro, siccome ha tutte le sembianze di un’inchiesta giornalistica e non di un pamphlet, deve essere scrupoloso per non diventare un mezzo diffamatorio. Nel libro il presidente di Coop Estense Mario Zucchelli era indicato come “un oste imbottito di denaro”, una persona che si muove “in uno stagno torbido, fetente” e “tiene Modena al guinzaglio come un cagnolino”. Parole decisamente pesanti, che a questo punto potrebbero anche dar luogo ad un risarcimento milionario se la parte interessata ricorresse a un processo di appello bis.
ESSELUNGA: DIRITTO DI CRITICA CAPROTTI E’ LECITO – Ma questo è ciò che Coop vorrebbe evitare, e c’è una ragione ormai chiara a tutti. Questa sentenza è arrivata post mortem di Bernardo Caprotti e, probabilmente, non ha più senso continuare in una battaglia giudiziaria chiaramente mossa da un sentimento personale del fondatore di Esselunga, talmente lacerante da spingerlo a scrivere il famoso libro. Da parte di Esselunga non vi è stata, almeno stando al suo comunicato dopo la sentenza, una gran voglia di far la pace. Le parole ufficiali dell’azienda sottolineano, infatti, quasi esclusivamente le altre due cause con Coop che erano pendenti in Cassazione e che sono diventate definitive perché non annullate. Contenziosi nei quali, secondo la società di Pioltello, la Cassazione “ha sostanzialmente riconosciuto la correttezza delle conclusioni della Corte di Milano che ha affermato la sussistenza del diritto di critica a favore di Bernardo Caprotti ed Esselunga e ha escluso la concorrenza sleale da parte degli stessi”.
“NESSUNA CONCORRENZA SLEALE VERSO COOP” – Negli stralci di una delle sentenze citati da Esselunga, si legge “se la disciplina della concorrenza sleale ha come obiettivo quello di contribuire alla realizzazione di un effettivo mercato concorrenziale, nel quale il consumatore possa muoversi in modo consapevole e informato, è chiaro che le informazioni veritiere non possono considerarsi illecite”. La Cassazione ha aggiunto che “è necessario precisare che, in presenza di notizie e apprezzamenti veritieri sui prodotti e sull’attività del concorrente, un illecito concorrenziale, a norme dell’art 2598 del codice civile, è ravvisabile solo quando è negli stretti limiti in cui siano contestualmente formulate vere e proprie invettive e offese del tutto gratuito nei confronti del concorrente, che traggano cioè mero spunto o pretesto nella diffusione delle notizie veritiere”. A parole, le due parti sono quindi ben distanti dal riappacificarsi dal punto di vista giudiziario, e chissà se Coop rinuncerà realmente a un processo bis.