“Nel Made in Italy non è vero che piccolo è bello“. Con queste parole Chiara Coricelli, executive member del board direzionale, ha indicato l’obiettivo dell’azienda per il prossimo futuro: crescere. Se si considera che Pietro Coricelli ha chiuso il 2016 con un fatturato di 120 milioni di euro – di cui il 70% realizzato in export – non stiamo di parlando di una piccola realtà. Anzi, l’azienda è già presente negli store di tutto il mondo con i propri prodotti di marca e come copacker per retailer del peso di Waitrose e Delhaize. Quale può essere, quindi, la chiave per crescere ancora? Differenziarsi.
CIRIO, POCHI (PRODOTTI) MA BUONI – Pietro Coricelli è sul mercato con due brand affermati e con strategie ben distinte. Il primo è Cirio, che “propone una linea essenziale, pochi prodotti destinati agli easy cooker“, spiega Chiara Coricelli . Il brand è poi inserito a livello internazionale nella rete Gradita – con altri marchi quali Divella, Callipo, Callipo Gelateria e Polli – per far conoscere in tutto il mondo la dieta mediterranea e i suoi prodotti.
CORICELLI, L’OLIO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO – Il secondo brand è lo stesso Pietro Coricelli, che propone una gamma prodotti molto più ampia. Per fare solo alcuni esempi, si rivolge al consumatore health conscious con referenze vegan e una vasta linea (Ethnos) composta da oli di semi particolari fra cui avocado, cocco e canapa. Pietro Coricelli punta anche al target gourmand con prodotti premium come l’ultimo EVO presentato a SIAL: Colto, “la seconda bottiglia d’olio da tenere in casa – aggiunge Chiara Coricelli – per soddisfare particolari esigenze di gusto e qualità”.
Ascolta l’intervista esclusiva di Food e scopri le previsioni dell’azienda in merito alla prossima campagna olearia, ai mercati export su cui puntare e molto ancora.