E’ in procinto di stringersi, per mano giapponese, la concentrazione mondiale nel settore della frutta, in particolar modo in quella tropicale che rappresenta un business planetario che muove miliardi di dollari. Dopo l’acquisizione dell’americana Chiquita da parte del duo brasiliano Cutrale-Safra, è ora il turno dell’irlandese Fyffes, nome secolare (è nata nel 1888) del trading di banane tra le due sponde dell’Atlantico che è in procinto di finire nelle braccia di Sumitomo Corporation, una conglomerata giapponese attiva in molti campi (metalli, costruzioni, trasporti, ambiente, editoria, elettricità, distribuzione ecc.) tra cui anche l’agroalimentare. Fyffes, si ricorderà, aveva cercato proprio di acquisire Chiquita, ma l’affare era sfumato quando sembrava fatto e da predatrice è diventata preda.
UN’OFFERTA SUPERIORE DEL 50% AI PREZZI DI BORSA – Sumitomo, che ha una posizione di forza in Asia e che importa in Giappone il 30% delle banane, ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto (opa) da 751,4 milioni di euro complessivi in contanti per il 100% delle azioni di Fyffes, quotate sulla borsa di Dublino. La società giapponese si è impegnata ad acquisire ogni titolo della ‘preda’ irlandese per 2,31 euro, ovvero il 49% in più della quotazione di borsa dell’8 dicembre, e il valore del titolo dal 9 di dicembre si è subito allineato a quello dell’offerta. Oggi quota 2,23 euro per azione. Il consiglio d’amministrazione di Fyffes ha accettato la proposta, e forse ben difficilmente avrebbe potuto fare altrimenti, dato che il premio che i giapponesi sono disposti a pagare è decisamente elevato e superiore anche del 37% al valore massimo mai raggiunto in Borsa dal titolo, pari a 1,62 euro. Peraltro Sumitomo si è già accordata con alcuni azionisti Fyffes, che rappresentano il 27,2% del capitale, che si impegneranno a votare a favore, in modo irrevocabile, a favore dell’offerta Sumitomo, rendendo molto complicato il rilancio da parte di qualche altro concorrente.
GIAPPONESI ALLA RISCOSSA – Questa di Sumitomo, che ha come advisor la banca americana Jp Morgan, è la seconda operazione di una certa rilevanza da parte di un gruppo giapponese in Europa negli ultimi mesi. Precedentemente era stata formalizzata la cessione ad Asahi holding group dell’italiana Birra Peroni e dell’olandese Grolsch (più altre attività minori) per 2,55 miliardi di euro, nell’ambito della fusione tra Ab Inbev e SabMiller, da cui è nato il colosso mondiale della birra.
LEADER IN EUROPA, FYFFES HA INVENTATO LA FRUTTA A MARCHIO –Fyffes, poco conosciuta in Italia, è uno dei big mondiali nel commercio internazionale di frutta con oltre 17 mila dipendenti nel mondo. E’ stata l’ “inventrice” della frutta a marchio, con l’omonimo bollino blu datato 1929. E’ il primo distributore europeo di banane (il quarto nel mondo dopo Chiquita, Del Monte e Dole), con 46 milioni di casse nel 2015, vendute principalmente in Inghilterra e Irlanda, e il terzo distributore di ananas, con 7 milioni di casse. Ha posizioni di forza anche sui mercati statunitense e canadese in queste due produzioni. Negli Usa è anche il maggior distributore di meloni, che insieme ai funghi rappresentano le altre due categorie merceologiche trattate dalla società, che nel 2015 ha riportato ricavi consolidati per 1,22 miliardi di euro (+12,1% sul 2014) e un margine operativo lordo (ebitda) di 56,1 milioni, in crescita del 16,4 per cento. L’ebitda cresce costantemente da sette anni. Ma Fyffes è anche un gruppo integrato verticalmente. E’ infatti proprietaria di 4.900 ettari di piantagioni in America centrale, cui si aggiungono altri 7.300 ettari in affitto, dove produce parte della frutta che poi distribuisce. Nel 2015 è entrata in funzione anche una joint venture produttiva in Cina.
PER ORSERO E’ ARRIVATO IL MOMENTO DELLA BORSA? – Quest’operazione arriva proprio mentre i soci della Spac Glenalta Food stanno decidendo se chiudere la fusione per incorporazione di Gf Group, che opera sempre nella distribuzione di frutta a marchio Orsero con una posizione di leadership a livello di mar Mediterraneo. L’operazione è stata approvata a cavallo tra novembre e dicembre dall’assemblea di della Spac presieduta da Gino Lugli, ma era presente il 65% circa del capitale e per andare in porto si deve raggiungere, entro metà dicembre, il consenso del 70% del capitale per il definitivo sbarco in Borsa. Stando all’offerta di Sumitomo, Fyffes è stata valorizzata 13,8 volte il suo ebitda, un valore ben superiore a quello al quale sarebbe valorizzata la nuova Orsero una volta quotata, che ha un fatturato consolidato all’incirca della metà (617 milioni di euro nel 2015 per la parte oggetto della fusione), ma che ha una redditività paragonabile a quella del gruppo irlandese.