In anticipo di oltre un anno rispetto agli annunci iniziali, il discount tedesco è ormai pronto a debuttare negli Stati Uniti. Durante la prossima estate, infatti, inaugurerà i suoi primi 20 store in Virginia, North Carolina e South Carolina, arrivando poi a quota 100 negozi nell’arco di 12 mesi, sempre lungo la costa orientale. Proprio per questo, del resto, ha annunciato ben 4mila assunzioni di personale, attirandosi le simpatie di Donald Trump. Solo un primo step, comunque, del programma che prevede ben 550 nuove aperture in cinque anni e mira così a rendere Lidl un vero protagonista del retail d’Oltreoceano. Ma più che farsi largo nel canale low price e sfidare la connazionale Aldi, il player intende presentarsi ai consumatori come un incrocio tra Trader Joe e Harris Teeter, puntando quindi anche sui marchi di fascia alta e sugli aspetti qualitativi dell’offerta. Non a caso, il suo ingresso nell’arena competitiva preoccupa proprio tutti i rivenditori, Walmart incluso.
UN FORMAT PER GLI USA – Nei piani di Lidl c’è una strategia tailor made per il mercato americano, con una serie di elementi distintivi rispetto al suo approccio tradizionale. A cominciare dall’ampiezza dei negozi, mediamente più grandi del 35% in confronto ai format europei. Una mossa che consentirà dunque di proporre un’offerta più vasta e profonda, nonché di affidarsi anche a tanti prodotti di provenienza locale, iniziando da vino e caffè.
STORE PIU’ GRANDI – Secondo insistenti indiscrezioni, la superfice dei negozi sarà compresa tra i 2.700 e i 3.300 metri quadrati. Il doppio, quindi, degli standard dei negozi di Aldi, ma comunque meno di un supermercato tradizionale come Kroger, che invece supera i 7mila metri quadrati.
L’OBIETTIVO – Intanto, il piano di crescita della catena tedesca negli Stati Uniti punta a raggiungere un giro d’affari di cinque miliardi di dollari in appena cinque anni. Ben 25 anni in meno, insomma, rispetto al tempo impiegato da Aldi per raggiungere la medesima cifra. Sono già preventivate, tuttavia, pesanti perdite iniziali, stimate in circa 150 milioni di dollari all’anno.