Nicola Bertinelli, 44 anni, imprenditore ai vertici dell’Azienda Agricola Bertinelli di Medesano (PR), è il nuovo Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Laureato in Scienze Agrarie e in Economia e Commercio, un master in Business Administration all’Università di Guelph (Canada), Bertinelli è stato eletto all’unanimità dal Consiglio di amministrazione dell’ente. Bertinelli sarà affiancato alla vicepresidenza da Guglielmo Garagnani (vicario, sezione di Modena), Sergio Frignani (presidente della sezione di Mantova) e Ugo Scalabrini (sezione di Reggio Emilia). Del nuovo Comitato esecutivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano fanno parte, insieme al presidente e ai vicepresidenti, Andrea Bonati (presidente della sezione di Parma), Emilio Braghin (presidente della sezione di Modena), Mario Gualazzi (sezione di Parma), Lorenzo Pinetti (presidente della sezione di Reggio Emilia), Angelo Romagnoli (presidente della sezione di Bologna) e Alberto Viappiani (sezione di Reggio Emilia).
Innovazione, vigilanza ed export
Ilprimo obiettivo del nuovo Consiglio – sottolinea Bertinelli – è rafforzare il legame, il coinvolgimento e l’azione comune di tutti i soggetti che legano i loro redditi alla filiera del Parmigiano Reggiano. Da qui, dunque, anche gli specifici programmi del Consorzio, sorretti da elementi di innovazione che puntano a rafforzare ulteriormente l’efficacia dell’azione consortile. In particolare, Bertinelli parla di azioni e riforme che toccheranno diversi ambiti, a partire dal potenziamento dei controlli di filiera, alla lotta alla contraffazione, alla vigilanza nelle linee di grattugia e di confezionamento industriale, alla strategia espansiva sui mercati esteri. Come Consorzio dovremo fare uno sforzo di comunicazione ulteriore per far percepire i plus e gli elementi distintivi che rendono il Parmigiano Reggiano DOP un formaggio davvero unico al mondo, guidati dalla consapevolezza che il consumatore al quale ci rivolgiamo è evoluto e ricerca nel Parmigiano Reggiano qualcosa che va oltre la funzione pratica del prodotto. Un discorso specifico – conclude Bertinelli – merita l’export: dobbiamo portarne l’incidenza dal 37% al 50%, puntando a intercettare il segmento dei consumatori premium, che in un grande prodotto italiano ricercano, a maggior ragione, non solo un’esperienza organolettica, ma anche esclusività, tradizioni, storie e legami con il territorio di origine.