Mentre l’industria e la distribuzione adeguono ovunque le loro strategie alle esigenze dei millennials, il target privilegiato, quello cioè più in grado di influenzare i mercati, potrebbe già essere un altro. Si tratta della generazione Z, meglio conosciuta anche come post millennials, che comprende i nati tra il 1992 e il 1999. Una fascia di giovanissimi consumatori alle prese da sempre con un mondo iperconnesso, che ne ha inevitabilmente influenzato le abitudini, i valori, l’immaginario di riferimento, il modo di socializzare e persino i gusti e i comportamenti d’acquisto.
Baby consumatori esigenti e ottimisti
Per conoscerli e attrarli, dunque, non è affatto sufficiente adattare le tattiche che finora si sono dimostrate utili con i millennials. Secondo una ricerca condotta in Gran Bretagna da Igd, infatti, questi ragazzi mostrano già alcuni elementi di differenziazione ben marcati negli stili di consumo e nell’approccio alla spesa. Chi non riuscirà a comprenderli perderà un notevole vantaggio competitivo nel corso di poco tempo. Anche perché, a detta di Igd, la generazione dei consumatori tra i 18 e i 25 anni è attualmente quella che vanta il tasso di fiducia più elevato tra i vari gruppi di shopper, mostrando un marcato ottimismo sul proprio futuro.
La rapidità prima di tutto
Dai risultati dello studio emerge per esempio che uno su cinque sceglie i negozi convenienza, cioè il doppio rispetto agli over 26 anni. Allo stesso tempo, però, oltre la metà dei post millennials preferisce il negozio meno distante, anche se più costoso, contro il 40% degli over 25 anni che seguono lo stesso ragionamento. Per gli analisti di Igd, dunque, il risparmio di tempo è considerata dalla generazione Z una priorità assoluta. Tanto che i rivenditori dovranno dare la massima importanza a questa tendenza, adattando i formati dei supermercati.
Più praticità in cucina
Le aziende, dal canto loro, saranno chiamate a sviluppare referenze in grado di soddisfare la medesima aspettativa di comodità e velocità, ben oltre gli standard attuali. Se infatti il 42% dei millennials spende di più per i prodotti alimentari che garantiscono facilità di preparazione, ben oltre la metà dei post millennials farà altrettanto. Almeno il 70% di loro, del resto, intende dedicare meno tempo alla cucina.