Coca-Cola taglia nel 2017 il traguardo dei 90 anni di attività industriale in Italia: una presenza importante e sempre più significativa dal punto di vista del ruolo che la multinazionale delle bevande esercita nel tessuto economico e sociale del nostro paese. Per convincersene, basterebbe citare i suoi 4 stabilimenti di produzione e imbottigliamento, i 25.610 posti di lavoro tra diretti (2.100) e indiretti – pari allo 0,11% del totale forza lavoro della Penisola – e le 60.000 persone che dipendono in tutto o in parte dai redditi di lavoro sviluppati da Coca-Cola in Italia, gli 813 milioni di euro di risorse generate (0,05% del Pil nazionale), di cui 389 milioni di euro di imposte dalla vendita dei prodotti e destinati allo Stato, ovvero lo 0,2% del totale imposte versate all’erario in Italia. Quelli appena elencati sono i dati più significativi che emergono dalla ricerca che Coca-Cola HBC Italia ha commissionato a SDA Bocconi School of Management, sull’impatto economico e occupazionale della società nel nostro paese.
Ai vertici del settore per risorse distribuite e imposte pagate
Lo studio – di cui è autore Fabrizio Perretti, docente della SDA Bocconi – ha preso in esame tre attori principali: lo Stato, le imprese fornitrici e le famiglie dei dipendenti. L’impatto occupazionale è stato invece calcolato distinguendo i dipendenti diretti da tutti quelli attivi nelle filiere che vedono coinvolta la multinazionale. La rilevazione condotta da SDA Bocconi conferma il ruolo di big player di Coca-Cola, primo attore non solo nell’industria delle bibite con il 32,6% delle risorse totali sviluppate dalle 313 imprese del comparto (2,8 miliardi di euro), ma anche in quella delle bevande (7,2% dei 13 miliardi generati da 2.135 imprese). La multinazionale si colloca al quinto posto nell’ambito del food & beverage, con lo 0,8% del totale risorse prodotte dalle 16.796 aziende del settore. I 424 milioni di euro di risorse distribuite nel 2015 da Coca-Cola si possono così suddividere: 133 milioni alle famiglie, 275 milioni alle imprese (1.005 fornitori di primo livello) e 16 milioni allo Stato, cui vanno aggiunti 389 milioni di imposte sui prodotti venduti.
Retribuzioni: in Coca-Cola si guadagna di più
Per quanto riguarda l’impatto occupazionale, va rilevato che Coca-Cola è il primo datore di lavoro nell’industria delle bibite e in quella delle bevande. Se consideriamo quadri e dirigenti, la percentuale delle donne è superiore alla media: 43% in Coca-Cola contro il 28% e 30% contro il 14% della media nazionale. Rispetto alle retribuzioni medie italiane, nel 2015 il Gruppo ha offerto un profilo retributivo superiore dell’11,9% nel caso degli operai, del 26,7% degli impiegati, del 20,9% dei quadri e del 7,5% dei dirigenti. La ricerca si focalizza anche sull’impatto dell’azienda nelle cinque regioni in cui opera, rilevando che nel 2015 Coca-Cola ha contribuito all’occupazione di 15.805 lavoratori in Lombardia, 4.114 in Abruzzo, 1.428 in Veneto, 971 in Campania e 278 in Basilicata. Quanto alle risorse distribuite, 147 milioni di euro sono andati alla Lombardia, 58 milioni al Veneto, 35 all’Abruzzo, 27 alla Campania e 7 alla Basilicata.