Con l’ambizione di diventare un player completo nel mondo dei primi piatti italiani, il Pastificio Di Martino ha acquisito la maggioranza di Grandi Pastai Italiani: una società reggiana attiva nella pasta fresca, da tempo nell’orbita del forte sistema cooperativo locale, che ha chiuso il 2016 con ricavi pari a 52 milioni di euro e una previsione di 59 milioni nel 2017. Si tratta di un’acquisizione interessante sotto vari profili. Il primo riguarda la possibilità di integrare in modo virtuoso i mondi della pasta fresca e secca per attivare vantaggiose sinergie. Il secondo riguarda la possibilità di convivenza tra un imprenditore privato e un soggetto cooperativo nella stessa società.
Nel segno del modello misto
Di Martino ha infatti acquisito il 67% di Grandi Pastai Italiani, mentre la restante parte rimarrà in mano a Tavola Emiliana, una società nell’orbita di Par.Co, la finanziaria di partecipazioni di Legacoop che manterrà anche un posto in cda. Un esempio positivo esiste già: è Grandi Salumifici Italiani (joint venture tra Senfter e Unibon) e conferma che il modello misto può avere un futuro nel settore alimentare italiano dove la presenza della cooperazione è forte. Tra Di Martino e gli emiliani sono state stipulate, comunque, una serie di accordi di opzione di acquisto e vendita delle rispettive quote (put e call options) per risolvere la coabitazione, ma per i primi 18-24 mesi non dovrebbe succedere niente. L’entrata nel capitale di Grandi Pastai Italiani avviene per aumento di capitale. Un’iniezione di denaro fresco pari a 7 milioni di euro che servirà ad ammodernare impianti e migliorare l’efficienza produttiva nei tre stabilimenti, lasciando indietro anni più difficili. Grazie a quest’acquisizione il Gruppo Di Martino raggiungerà i 150 milioni di euro di ricavi e sette stabilimenti produttivi.
Novità firmate Di Martino
Il ruolo di Grandi Pastai Italiani all’interno del nostro gruppo – dice a Food Giuseppe Di Martino, Amministratore Delegato dell’azienda di famiglia – sarà duplice: da un lato ci coprirà il profilo “convenience” nel primo piatto, tipico della pasta fresca ripiena e sempre più apprezzato dai consumatori, e dall’altro vogliamo esaltarne la tipicità con linee premium e gourmet ad alto valore aggiunto con forte vocazione territoriale. Intendiamo cambiare il mix di produzione, cercando di diminuire il peso di prodotti private label (il grosso della produzione di Grandi Pastai Italiani, ndr.) a basso valore aggiunto, per proporre novità con i nostri marchi di pasta. È sulla rampa di lancio, infatti, una linea di pasta fresca a marchio Antonio Amato (brand distribuito al Centro-Sud, ndr.) che rappresenta il primo progetto di integrazione, cui ne seguiranno altri e non è escluso che per la fine del 2017 e l’inizio del 2018 possa arrivare qualcosa a marchio Di Martino, ancora in fase di studio. Uno dei punti di forza di Grandi Pastai Italiani è l’avere una grande cucina interna che riesce a sviluppare “in casa” tutte le ricettazioni per essere sempre al passo con i tempi e con le richieste dei clienti.