Sui suoi burger alternativi hanno investito finora magnati come Bill Gates e colossi dell’industria come General Mills. Ma anche i top retailer americani fanno a gara per assicurarsi l’offerta di Beyond Meat, proponendo così ai loro clienti una carne bovina e di pollo realizzata interamente con proteine vegetali, che promette la stessa consistenza della carne animale, nonché il medesimo sapore e valore nutrizionale. E in più, vanta anche quell’effetto sanguigno tipico della bistecca. A Whole Foods, primo rivenditore partner, si sono infatti aggiunti Safeway, Kroger, Albertsons e Wegmans. Persino Sysco, uno dei principali distributori statunitensi di prodotti alimentari per ristoranti, alberghi, strutture sanitarie e scuole, ha siglato recentemente un accordo strategico, considerandolo il fiore all’occhiello del suo programma di sostenibilità ambientale. Del resto, gli hamburger a base di piselli, olio di cocco e succo di barbabietola della start-up californiana, consentono di risparmiare il 95% di terra e il 75% di acqua rispetto alla carne animale, abbattendo le emissioni di gas serra dell’87%.
Il vantaggio sui competitor
Se il settore del food-biotech è in piena evoluzione, con enormi potenzialità di crescita, Beyond Meat è intanto una delle poche realtà ad avere una commercializzazione su larga scala, essendo presente in 11mila negozi tra Stati Uniti e Hong Kong. Ben prima della concorrente Impossible Foods, o delle carni bianche create in laboratorio da Hampton Creek, la società di Los Angeles è quindi pronta adesso anche a debuttare nel vecchio continente.
Nuovi accordi con i retailer inglesi
Dall’inizio del prossimo anno, infatti, i suoi prodotti saranno disponibili nel mercato britannico, che fungerà dunque da banco di prova per i piani futuri di sviluppo in altri Paesi europei. Seth Goldman, presidente esecutivo dell’azienda, ha dichiarato che sono in corso diverse trattative con clienti inglesi, nel settore della ristorazione così come nella vendita al dettaglio. Anzi, l’attenzione maggiore è posta proprio sulla Gdo inglese.
Focus sui millennials
Secondo una recente ricerca di Mintel, negli Usa il 64% dei millennials ha provato gli hamburger vegetali, contro il 28% dei baby boomers. La Generazione Y, per la sua inclinazione a mettere in discussione le convenzioni alimentari, viene quindi considerato il target privilegiato. Non a caso, pochi mesi fa anche l’Università di Yale ha inserito i burger di Beyond Meat nei menu dei suoi 13 ristoranti interni al campus.