Nell’eterno dilemma economico-politico tra legalizzazione e proibizionismo della cannabis, la pianta da cui si ricavano anche popolari droghe “leggere” come hashish e marijuana, irrompe un accordo finanziario e industriale destinato a far parlare molto di sé in futuro. Il gruppo americano Constellation Brands, il maggior produttore di vino al mondo, proprietario in Italia della casa vinicola toscana Ruffino, ha infatti acquisito il 9,9% della società canadese Canopy Growth Corp, che si occupa di produzione e trasformazione di canapa per usi medicali e “ricreativi”, che distribuisce in Canada e negli altri Paesi del mondo che aprono all’uso dei derivati di questa pianta. Constellation Brands, che detiene tra gli altri anche il marchio di birra messicana Corona limitatamente alle vendite negli Stati Uniti, ha investito ben 245 milioni di dollari canadesi (165 milioni di euro) nel gruppo che ha sede a Smith Falls, nella provincia dell’Ontario, con lo scopo di stringere una partnership non solo finanziaria ma industriale e commerciale e dar vita a nuove bevande, ma non solo, a base di canapa da distribuire negli Stati Uniti e in altri Paesi che permettono l’uso per scopi ricreativi.
Si studia un infuso analcolico da introdurre nel 2019
Non è ancora chiaro quali siano questi nuovi prodotti: Canopy non ha ancora svelato nulla nel dettaglio, ma ci si aspetta una bevanda, in commercio presumibilmente dal 2019, che sia un infuso non alcolico e una linea di cibi a base di marijuana. Non sono esclusi, neanche, prodotti “vaporizzabili”. Secondo alcuni analisti sentiti dal quotidiano canadese Toronto Star le bevande a base di cannabis potrebbero essere dirompenti per l’industria degli alcolici quando prenderanno piede, perchè riscriverebbero tutti i paradigmi del cosiddetto “social drinking”, probabilmente tra i millenials. Canopy Growth ha un team con molta esperienza che ben comprende lo scenario legale, normativo ed economico di una categoria emergente che è in predicato di diventare un mercato emergente in futuro ha commentato Rob Sands, l’amministratore delegato di Constellation (7,3 miliardi di dollari di fatturato 2016) in un comunicato relativo a questo investimento, aggiungendo che il successo della nostra società sta nell’identificare i trend di consumo emergenti quando muovono i primi passi.
I Paesi della marijuana “ricreativa”
Il Canada, che adesso ammette l’uso medicinale dei derivati della canapa, dovrebbe aprire all’uso ricreativo nel luglio del 2018 e sarà proprio il grande stato nordamericano, presumibilmente, il primo mercato che vedrà i prodotti a base di cannabis sviluppati dalle due società. Ottawa a parte, sono ancora pochi i Paesi dove l’uso di cannabis a scopi ricreativi è permesso: oltre alla storica Olanda (consumo nei coffee shops) e all’Uruguay, negli Usa sono già cinque gli Stati dove è ammesso questo tipo di consumo (Colorado, Washington, Oregon, Alaska e il distretto di Columbia ) pur essendo a livello federale ancora illegale. Il consumo per usi terapeutici è invece ammesso in molti Paesi, tra cui anche l’Italia, che ha sdoganato ultimamente la vendita di derivati della cannabis cosiddetti “depotenziati”. Ovvero con il principio attivo “thc” (responsabile dello “sballo”, se così si può chiamarlo) inferiore allo 0,6% del totale e ritenuto innoquo a quelle concentrazioni. In questo tipo di prodotti è alta invece la percentuale di “cannabidiolo”, principio attivo con potere rilassante e sedativo. Chissà che una bevanda Constellation non sia anche tarata sulle maglie della legislazione italiana…