Cosa va rallentando il sell out di pasta secca all’uovo nei punti vendita della Gdo? Ci sarà un’ulteriore frenata negli ultimi mesi del 2017, in seguito allo scandalo delle uova al Fipronil? In ogni caso, per la pasta all’uovo (secca+fresca) l’anno terminante a luglio 2017 s’è chiuso a volume con uno stentato segno ‘più’, ossia un +0,2% rispetto al periodo precedente, e un -0,9% a valore secondo i dati Nielsen MarketTrack. In confronto ad altre categorie della pasta secca, quella dell’uovo è contraddistinta da un tasso di concentrazione dell’offerta più elevato: i primi tre player sviluppano quasi il 60% del fatturato complessivo. E le private label hanno una presenza più marcata sfiorando il 25% di quota a valore. Alle altre aziende del settore, quindi, resta il 16,7% del mercato da spartire. L’export è una voce importante per le aziende specialiste semiartigianali di fascia premium, che mediamente hanno una quota del 20-25% di fatturato, sviluppata soprattutto nei Paesi europei. Più complicato per i big player, che devono investire di più sul branding e sulla distribuzione e spesso si ritrovano a competere direttamente a scaffale con aziende nazionali ormai consolidate nella fascia più mainstream del mercato.
Tutti i numeri
Nell’ultimo anno, la pasta all’uovo ha registrato una sostanziale tenuta dei volumi (+0,2%) e una leggera flessione dei fatturati (-0,9%). Nel complesso – commenta Michela Maiello di Nielsen – a trainare le performance della categoria è stato il buon risultato della pasta all’uovo fresca: in particolare in termini di volumi, aumentati del +1,8% rispetto al precedente anno mobile, e con fatturati in positivo del +0,3 per cento. Si conferma, così, uno dei macrotrend degli stili alimentari attuali, che vede i consumatori prediligere, soprattutto nell’ambito dei primi piatti, i prodotti freschi rispetto a quelli sottoposti ad altre modalità di conservazione, come l’ambient e il frozen. La pasta all’uovo secca resta il segmento più importante, e costituisce il 65% circa dei volumi totali del mercato: ma se il sell out continuerà a stentare e a registrare performance non particolarmente positive, la sua quota pare proprio destinata a ridursi sempre di più, a tutto vantaggio della pasta fresca. Nell’ultimo anno, la pasta all’uovo secca è calata del -0,6% a volume e del -1,7% a valore, a fronte di un calo del prezzo medio del -1,1%, registrato innanzitutto proprio nei punti vendita della distribuzione moderna.