La trovata, per quanto innovativa e sotto certi versi persino rivoluzionaria, non è completamente originale. Anzi, dagli Stati Uniti al vecchio continente sono già diversi i casi di player impegnati a testare prototipi in grado di consegnare autonomamente la spesa a domicilio, sfruttando le evoluzioni della robotica. Come per esempio Just Eat e Domino’s Pizza, ma anche Metro Group, Tesco e Ocado con il CargoPod, un veicolo elettrico di dimensioni ridotte, guidato da un sistema di sensori e telecamere poste sulla carrozzeria. Molto meno diffusa, però, è l’idea di utilizzare queste tecnologie per realizzare dei piccoli negozi mobili su ruota, capaci di spostarsi senza conducente e raggiungere i clienti con tutta la loro offerta di prodotti alimentari freschi. Eppure, secondo la startup californiana Robomart, questo sistema potrebbe aiutare le insegne fisiche a crescere nell’e-commerce più di quanto fanno le partnership con Instacart e Amazon. O, almeno, risparmiare nei costi.
Un sistema interamente automatizzato
Al Ces di Las Vegas, quindi, Robomart ha presentato il suo store ambulante hi-tech, grande più o meno come un furgone, dotato di radar e telecamere per potersi spostare senza l’intervento di un conducente umano. Il suo funzionamento sarà semplice e lineare. I clienti infatti potranno utilizzare un’app del proprio smartphone per chiamare il mezzo più vicino, sbloccando poi le portiere e pagando sempre con un click sul telefono, una volta prelevati gli articoli desiderati.
Frutta e verdura da scegliere
Secondo una ricerca pubblicata dalla startup, l’85% delle donne di età compresa tra i 24 e i 44 anni non compra frutta e verdura online perché ritiene che la consegna sia troppo costosa, oppure perché non si fida di chi sceglie i prodotti dallo scaffale. Con Robomart questo problema dunque verrebbe superato, consentendo ai clienti di vedere ciò che acquistano. Così, appena saranno concesse le autorizzazioni per la circolazione su strada, il servizio sarà proposto ai retailer, che potranno affittare i veicoli con un contratto biennale.
La startup più odiata d’America
Intanto, il management della società si augura che la sua invenzione abbia un destino ben diverso da quello capitato a Bodega, altra startup con la quale condivide in parte la filosofia di business. La compagnia, fondata da Paul McDonald e Ashwath Rajan, ex manager di Google, ha lanciato un armadietto smart contenente diversi prodotti, apribile via app. Un distributore automatico 2.0 già piazzato in diverse strade di San Francisco, Oakland e Palo Alto, ma presto finito anche nel mirino della critica perché danneggerebbe i piccoli negozi di quartiere e, allo stesso tempo, punterebbe su un’idea inutile solo per attrarre milioni di dollari dagli investitori. Il Washington Post, non a caso, l’ha subito definita la “startup più odiata d’America“.