Il 2017 si è confermato l’anno del biologico. E il trend è in continua espansione. Il nostro compito è rispondere con estrema coerenza alle aspettative del consumatore e continuare a tenere in sicurezza l’intera filiera – commenta il Presidente nazionale di AssoBio, Roberto Zanoni. Oggi c’è un ampio ritorno dei giovani all’agricoltura e la scelta di questi ultimi è sostanzialmente biologica: solo dal 2013 al 2016 il numero di aziende agricole biologiche è aumentato del 40%, mentre nell’agricoltura tradizionale in vent’anni l’Istat ha registrato un crollo del 46%. Il biologico non è un ritorno al passato ma rappresenta il futuro.
I numeri
Bilancio d’annata più che positivo. A fare il punto è Nomisma che mostra come nel 2017 le vendite di biologico in Italia hanno raggiunto i 3,5 miliardi nel mercato domestico (+15% rispetto al 2016 e +153% rispetto al 2008) a cui si aggiunge il dato dell’export del bio made in Italy che vale quasi 2 miliardi e pesa per un 5% (+16% rispetto al 2015, +408% rispetto al 2008) sul totale dell’export agroalimentare italiano (la cui crescita rispetto al 2008 si ferma al +45%). Le vendite bio (domestiche + export) hanno superato i cinque miliardi (+9% rispetto al 2016 e +218% rispetto al 2008).
Nella GDO
Ma il 2017 è stato soprattutto l’anno del boom dei prodotti biologici nella GDO (+ 16,6%, giro d’affari di 1 miliardo e 451 milioni – dati Nielsen) con un + 14% di vendite negli ipermercati e un + 18% nei supermercati. Balzo importante – soprattutto se letto a confronto con la crescita assai più limitata dell’intera categoria food & beverage (+ 2,8%) – nonostante una pressione promozionale inferiore del bio (media 21%) rispetto all’alimentare convenzionale (media 31%). La crescita emerge anche dal ruolo del bio sul carrello della spesa: nel 2017 la spesa bio incide per il 3,4% sugli acquisti alimentari, quota più che quadrupla rispetto al peso registrato nel 2000 (0,7%).
Chi consuma bio
I prodotti biologici sono sempre più richiesti, apprezzati e alla portata di tutti: nel 2017 il 78% delle famiglie italiane ha acquistato in almeno un’occasione un prodotto bio e solo nell’ultimo anno, il numero di famiglie acquirenti è cresciuto di 1 milione a dimostrazione del fatto che il Belpaese ha ormai abbracciato il biologico come filosofia di consumo. La survey Nomisma evidenzia inoltre che il 47% degli italiani consuma biologico almeno una volta a settimana – percentuale che sale ulteriormente nelle famiglie con figli sotto i 12 anni (56%) e tra vegetariani e vegani (67%). Chi acquista bio pone grande attenzione all’origine dei prodotti (il 76% ritiene tale attributo molto importante nelle scelte) e al packaging eco-sostenibile (60%). Un quinto delle famiglie investe in media 12 euro su 100 euro di spesa alimentare in prodotti biologici. Le motivazioni di acquisto dei prodotti biologici attengono principalmente a salute e sicurezza. Il 76% degli user acquista bio perché i prodotti sono più sicuri. Nella scelta non c’è però solo fiducia: bio è sinonimo di grande qualità (motivazione driver per il 34% degli user) e rispetto dell’ambiente (29 %). Ma ad incidere sono anche gli assortimenti (29%) sempre più ampi, con scaffali dedicati e una maggiore disponibilità di alimenti bio (sempre più brand tradizionali si stanno aprendo al settore), in particolare nella GDO. Dal 2001 al 2016 le catene con referenze bio in assortimento sono cresciute del 144% con un corrispondente decisivo ampliamento dell’offerta di prodotti in assortimento (+330%), ma non solo: l’Italia conta anche su oltre un migliaio di negozi specializzati nel biologico.
Il ruolo della MDD
Cresce anche il ruolo della Marca del Distributore Bio: secondo le analisi di Nomisma-Nielsen, il biologico MDD vale il 41% del mercato complessivo del biologico nei supermercati e negli ipermercati. Come si è potuto notare – precisa Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio e della neonata FederBio Servizi – questo è un mercato che non cresce con gli investimenti pubblicitari ma con la fiducia dei consumatori in relazione ai nuovi stili di vita. Con FederBio Servizi siamo in grado di assistere i professionisti della filiera attraverso percorsi di crescita, qualificazione e sviluppo: il settore ha bisogno di un’ulteriore spinta e deve capire che servono nuovi investimenti in ricerca e sviluppo per continuare a dare il meglio di sé .