Nelle scorse settimane, mentre teneva banco il primo reparto al mondo plastic-free lanciato da Ekoplaza, aveva annunciato l’intenzione di eliminare la plastica nera dai suoi prodotti a marchio. Ma Iceland, nona catena britannica per quota di mercato, si prepara adesso anche a rimuovere completamente l’olio di palma dalle private label, dopo averne già dimezzato la presenza. Una mossa motivata anzitutto da finalità ambientaliste, prima ancora che dalle note controversie sugli effetti per la salute dei consumatori. Non possiamo smentire – ha commentato Richard Walker, Amministratore Delegato di Iceland – che l’olio di palma stia causando la distruzione della foresta pluviale. Inoltre, non crediamo che esistano davvero alternative sostenibili sul mercato di massa. Il retailer, dunque, dovrà intervenire complessivamente su 130 prodotti, dai biscotti al sapone, cioè il 10% della sua offerta a etichetta privata, affidandosi a sostituti come la colza e gli oli vegetali.
Fermare la desertificazione
Sul proprio sito web, il rivenditore specializzato in surgelati denuncia senza mezze misure che l’olio di palma è una delle principali cause di deforestazione al mondo e rappresenta una minaccia significativa per diverse specie, compreso l’orangutan, la cui popolazione si è più che dimezzata negli ultimi 15 anni.
La strategia dei big retailer
Gran parte dei maggiori player, a cominciare da Tesco, Sainsbury’s, Morrisons e Waitrose, si sono impegnati a utilizzare solo olio di palma sostenibile, certificato dalla Roundtable on Sustainable Palm Oil. Un’organizzazione, quest’ultima, che tuttavia viene accusata di non tutelare abbastanza la conservazione degli habitat naturali.
Allerta per i coloranti
Intanto, negli ultimi giorni l’attenzione degli shopper inglesi è concentrata su una massiccia campagna di richiamo, da parte tra gli altri di Tesco, Sainsbury’s e Co-op. Nell’elenco dei prodotti considerati potenzialmente dannosi c’è anche l’olio di palma rosso di Mother Africa e l’olio di palma a marca Zomi. Entrambi gli articoli conterrebbero il colorante Sudan IV, rischioso per la salute.