Sono passati 20 anni dal 23 maggio 1998, la data dell’istituzione del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina. Nel tempo il gradimento dei consumatori è aumentato in modo costante ed esponenziale, elevando il salume da prodotto tipico a eccellenza di largo consumo che ha conquistato 42 milioni di italiani. Con il nostro disciplinare certificato dal marchio Igp – spiega il presidente del Consorzio, Franco Moro – siamo riusciti a perpetuare amore per il territorio e a comunicarlo con trasparenza verso il consumatore; la bresaola della Valtellina Igp è un volano per il territorio e prodotto ambasciatore della qualità valtellinese, con enormi margini di sviluppo in Italia e all’estero.
A tutta Bresaola
Anche il 2017 si è chiuso con un trend positivo dei volumi complessivi: la produzione è di 13mila tonnellate (circa il 61% del totale di Bresaola prodotta dalle aziende certificate), con una crescita di consumo del +2,4% rispetto al 2016, di cui la metà nelle confezioni in vaschetta. In totale le 14 aziende associate, che provengono esclusivamente dalla provincia di Sondrio, hanno avviato all’Igp 34mila tonnellate di carne bovina, di cui oltre il 90% di taglio punta d’anca. E secondo il Censis, tra i Millennials si registra il picco dei consumatori abituali del comparto, ben il 67%: i Millennials rivolgono grande attenzione alla qualità e alle proprietà nutrizionali degli alimenti, orientando gli acquisti – afferma Mauro Ferraresi, sociologo dei consumi e docente allo IULM -. La bresaola della Valtellina, per le sue peculiarità, è in grado di competere su tutti questi fronti.
Export e turismo
Il salume gode di buona salute anche all’estero, con le esportazioni che, nel 2017, rappresentano il 9,2% del volume totale prodotto (+1,2% rispetto al 2016). La Bresaola IGP piace in Europa (Francia, Germania, UK, Spagna, Danimarca e Svezia tra i principali mercati di sbocco), ma anche in Canada, Svizzera, Emirati Arabi, Qatar, Armenia e Hong Kong. E anche il turismo gastronomico verso la terra della Bresaola è in crescita: le presenze straniere in Valtellina sono quasi raddoppiate negli ultimi 10 anni (da 594mila presenze nel 2006 a 960mila nel 2017), con un impatto direttamente proporzionale sull’export di Bresaola.