Per la 30sima edizione del SANA-Salone internazionale del biologico e del naturale (a Bologna dal 7 al 10 settembre), l’Agenzia ICE, partner di BolognaFiere, ospiterà circa 130 buyer provenienti dai principali Paesi europei, nonché da USA, Canada e Giappone. Tra le novità di quest’anno spicca in particolare l’utilizzo di una piattaforma online B2B match. Si tratta di uno strumento dedicato alla programmazione dei meeting, che consente agli addetti ai lavori di prenotare direttamente gli appuntamenti basandosi sulle informazioni presenti nella scheda profilo.
I PAESI (PIÙ) AMANTI DEL BIO
“Intanto – commenta Anna Flavia Pascarelli, Dirigente Ufficio Agroalimentare e Vini di Agenzia ICE – il Paese con la maggior spesa nel biologico restano gli Stati Uniti, dove il giro d’affari raggiunge quota 38,9 miliardi di euro. Basti ricordare che l’anno scorso Amazon ha acquistato Whole Foods Market, la maggior catena specializzata nella vendita di prodotti biologici, con oltre 400 super e ipermercati i cui scaffali sono riempiti di proposte naturali. Seguono Germania e Francia, primo e secondo sbocco dell’export italiano, con un fatturato nel bio pari rispettivamente a 9,5 miliardi e 6,7 miliardi di euro. Poi c’è la Cina con 5,9 miliardi. Nel Paese asiatico le vendite sono trainate dal baby food, dopo alcuni scandali sulla sicurezza dell’offerta nazionale, ma anche dai consumi di chi è rientrato da soggiorni all’estero, e dalla classe media in genere, considerato che comprendono anche vino e confetture”.
IL RUOLO DELL’ITALIA
L’Italia rimane al primo posto in Europa tra i Paesi esportatori di prodotti biologici e, d’altronde, il 35% del fatturato del settore deriva proprio dalle vendite oltreconfine. Nel food, circa il 5% dell’export tricolore è rappresentato dal biologico con un valore quintuplicato dal 2008. Tra i principali partner commerciali vi sono Germania e Francia, entrambe con circa 350 milioni di euro, il Benelux (210 milioni), la Scandinavia (175 milioni), e gli Stati Uniti (160 milioni).
LE PROSPETTIVE FUTURE SECONDO ICE
“In Irlanda e Francia – prosegue Anna Flavia Pascarelli – nel 2016 le vendite di prodotti bio sono aumentate del 22% rispetto all’anno precedente, mentre in Danimarca e in Norvegia del 20%. Nel corso del 2017, il bio ha raggiunto in Danimarca una quota del 13,3% sul totale della spesa alimentare, attestandosi inoltre al 9% in Svizzera e all’8% in Austria e Svezia. Nel mercato italiano, a maggio 2018 il peso del bio sulle vendite della Gdo è pari al 3,7%, corrispondenti a 1,5 miliardi di euro. Entro la fine dell’anno potrebbe però superare il 4%”.