Grana Padano si conferma la DOP più consumata al mondo. La produzione 2018 si aggira sui 5 milioni di forme e l’export ha raggiunto quasi la quota di 2 milioni di forme, pari al 40,5% del totale marchiato. Sono cifre che emergono dall’Assemblea Generale del Consorzio del 20 settembre scorso: “Il rispetto del piano produttivo fino ad oggi ha portato grande equilibrio tra produzione e richiesta da parte del mercato (cresciuta in Italia da gennaio a luglio 2018 del 6,4% e all’estero del 7,7%) – afferma il Presidente del Consorzio Grana Padano Nicola Cesare Baldrighi –. Abbiamo approvato un nuovo piano produttivo 2019-2021 che premierà la qualità, dimostrando di aver ben compreso che, come ci dicono i numeri, una produzione governata sulla base dell’andamento del mercato è indispensabile per evitare effetti devastanti, a maggior ragione dopo la cessazione del regime delle quote latte”.
I NUMERI SÌ, MA ANCHE LA QUALITÀ
All’Assemblea di Desenzano del Garda erano presenti tutti i rappresentati dei caseifici consorziati, così come quelli delle organizzazioni agricole e l’Assessore regionale Fabio Rolfi. Tanti gli argomenti nell’intervento di Baldrighi: “Nel 2009 la produzione era di 4.227.920 forme. Dopo quasi dieci anni stimiamo di arrivare attorno a 5 milioni di forme, ben oltre 770mila in più. E anche la remunerazione media del latte a Grana Padano da parte delle cooperative è stata nettamente superiore al prezzo del latte destinato ad altre produzioni casearie. Il nuovo piano produttivo premierà, in particolare, chi produrrà qualità, concedendo una percentuale superiore di quota produttiva a chi rispetterà parametri qualitativi in misura maggiore”.
LE INNOVAZIONI NEL DISCIPLINARE DEL GRANA PADANO
Tra le novità presentate da Baldrighi ci sono anche i nuovi criteri nella valutazione tecnica del formaggio “basati su indicatori organolettici che completeranno il processo. Con esperti del Consorzio che stileranno un’analisi di tali parametri, poi validata dall’Istituto Zooprofilattico. L’obiettivo è quello di garantire in modo ancora più severo il consumatore rispetto alla qualità assoluta del nostro formaggio”. Innovazioni che riguarderanno anche il disciplinare di produzione, sempre più rispettoso dell’animal welfare e dell’ambiente. “Abbiamo definito alcuni impegni di modifica – puntualizza Baldrighi –, ad esempio: un adeguamento nell’alimentazione delle bovine; l’introduzione della valutazione annuale di tutti gli allevamenti con possibilità di certificazione dei caseifici per ottenere il claim ‘Benessere animale in allevamento’ sul Grana Padano DOP; l’individuazione delle azioni di miglioramento e tempi di adeguamento per le stalle che non raggiungono il punteggio minimo previsto; la valutazione come possibile requisito nel Disciplinare di Produzione”.