Carrefour ha deciso di avviare un esperimento particolare in quattro dei suoi punti vendita in Francia, due market e due ipermercati. Si tratta di riempire gli scaffali con prodotti che, in alcune linee fino all’80%, sono a marchio del distributore. Nell’ambito del grande piano di trasformazione annunciato all’inizio di quest’anno dal CEO Alexandre Bompard, questa mossa mira a portare la quota di fatturato delle private label al 33%. Olivier Dauvers è stato il primo a scoprire il test e a condividerlo sul suo blog, descrivendolo come un esperimento senza precedenti. Non tutte le marche nazionali sono scomparse dagli scaffali dei punti vendita interessati, ma le private label rappresentano comunque fino all’80% dei prodotti esposti in alcune grandi categorie come il prosciutto cotto o il succo d’arancia. Le grandi marche francesi comunque non si trovano nei negozi di Rouvroy (Pas-de-Calais), Rubelles (Seine-et-Marne), Saran (Loiret) e Ville-du-Bois (Essonne).
GLI OBIETTIVI DI CARREFOUR
Una mossa notevole, considerando che anche i rivenditori che fino a poco tempo fa vendevano solo private label (come Aldi o Lidl) ora includono sempre più marchi nell’assortimento. Lo scopo di questo test ‘preliminare’ consiste nel misurare fino a che punto il cliente è disposto a seguire l’insegna sulle private label. Carrefour non è in realtà il primo grande retailer a testare il potenziale di una gamma esclusiva di private label. Il concorrente belga Delhaize aveva tentato un esperimento analogo con Delhaize City (che è stato interrotto nel 2012) e con il formato a basso costo Red Market (anch’esso già interrotto).