È uno dei fiori all’occhiello del gruppo Selex, leader di mercato nelle Marche, dove con l’insegna ‘Sì con te’ presidia con grande competenza il territorio: non a caso anche quest’anno Cedi Marche ha colto l’occasione della convention annuale con i fornitori, moderata da Food lo scorso 8 novembre nella bellissima cornice del Teatro delle Muse di Ancona, per mostrare i buoni risultati raggiunti e gli obiettivi futuri. “Abbiamo chiuso il 2017 con 318 milioni di vendite al pubblico, 6,4 milioni di utile, 5,36% di Ebit e 14 milioni di investimenti – ha ricordato durante la convention Federico Lasconi, direttore generale del gruppo –. Ne investiremo altri 15 tra il 2018 e il 2019: un impegno importante per aumentare ulteriormente la nostra quota di mercato, che oggi è del 24,6% nel canale super (in crescita dell’1,8% sullo scorso anno) e del 21,7% nel super più libero servizio (in crescita dell’1,6%), quote che ci vedono di gran lunga leader di mercato sul territorio”. Un primato conquistato e mantenuto soprattutto grazie alla forte crescita delle vendite nei reparti più distintivi per un retailer, quelli del fresco. “Abbiamo registrato un incremento dell’8,92% nell’ortofrutta, del 6% nei salumi e formaggi, del 5,98% nel pesce e del 5,8% nella carne – ha sottolineato Lasconi –. La nostra impronta distintiva (soci fortemente motivati, persone preparate, attenzione al servizio e alla qualità, soprattutto nel fresco) sta davvero facendo la differenza e ci consente di guardare con ottimismo alle sfide future” ha concluso Lasconi.
LA FORZA DEL FRESCO
Che puntare sul fresco sia la chiave per costruirsi un posizionamento distintivo e vincente sul mercato l’hanno ribadito anche i relatori che sono intervenuti durante la convention, dedicata proprio al tema delle Identità Alimentari. “Nel prossimo futuro, per sviluppare identità nel comparto alimentare, occorrerà lavorare su freschi e freschissimi creando distintività sia a livello di prodotti che di punti vendita – ha chiarito Roberto Della Casa, docente di marketing dei prodotti agroalimentari presso l’Università di Bologna e Managing Director Agroter Group –. Da un recente sondaggio condotto su un campione di mille consumatori rappresentativi della popolazione italiana, è emerso che il 96% quando va al supermercato compra frutta e verdura, il 92% carne, il 97% salumi e formaggi, l’85% pesce. Se un cliente entra nei vostri negozi e non compra in queste categorie fatevi delle domande. Se lo fa, fategli trovare prodotti di stagione, che arrivano da filiere controllate e imprese del territorio. E fate più storytelling: molte catene americane sono maestre in questo. Da Tesco, che evidenzia con forza le novità di stagione in vendita, a Whole Foods che enfatizza la provenienza certificata e locale di carne e pesce”.
IDENTITÀ E LOYALTY
Altro elemento prezioso per declinare al meglio il tema delle identità alimentari in negozio è intersecarlo con i programmi di loyalty. Ne ha parlato Cristina Ziliani, professore di marketing e responsabile scientifico dell’Osservatorio Fedeltà dell’Università di Parma, citando, tra gli altri, l’esempio illuminante di Metro Canada. “Abbiamo lavorato con la catena per capire, a partire dall’analisi delle carte fedeltà, quanti clienti comprassero prodotti italiani, di quante categorie e con che frequenza – ha spiegato Ziliani –. Abbiamo poi paragonato i prodotti acquistati da questo cluster con quelli di un cluster analogo, fedele al made in Italy, ma in Italia. Abbiamo infine proposto in assortimento anche in Canada prodotti comprati in Italia che non venivano ancora acquistati dai consumatori canadesi”. Un esempio di incrocio felice tra strategie di fidelizzazione e politica di valorizzazione delle identità. Lo step successivo è declinare il tutto in termini di esperienza e servizio. “Su questo fronte sarà interessante capire il ruolo che potranno svolgere programmi di intelligenza artificiale basati, per esempio, sul riconoscimento delle immagini – ha aggiunto Ziliani –. Ci sta lavorando Aldi, tra gli altri. Sul suo sito utilizza algoritmi in grado di proporre vini adeguati a chi sta cercando una particolare ricetta, in modo da suggerire l’abbinamento migliore”.
INNOVAZIONE DISTINTIVA
Sul ruolo delle tecnologie è intervenuto anche Sauro Longhi, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche: “Uno dei nostri più importanti impegni è fare da ponte tra mondo accademico e mondo imprenditoriale, mettendo a disposizione di chi ha attività produttive nel nostro territorio non solo reparti di ricerca di primissimo livello, ma giovani laureati, spesso con esperienza fatta all’estero, che possono portare nelle imprese nuove competenze e spirito innovativo che, sposato al loro storico know how, può renderle davvero distintive sul mercato”. Il tema dell’innovazione ha dato infine un assist all’intervento di Moreno Cedroni, uno degli chef italiani più noti, patron del ristorante Madonnina del Pescatore, 2 stelle Michelin, che ha recentemente ricevuto un prestigioso riconoscimento per essere stato uno tra i più originali ambasciatori della cucina italiana nel mondo. “Per essere innovativi, restando nel solco della propria identità alimentare, significa reinterpretare in modo originale alcuni piatti della tradizione – ha spiegato Cedroni –. Sperimentare, mantenendo sempre un legame con le proprie radici. Ma perché queste ‘radici’ siano comprese e apprezzate occorre fare maggiore cultura verso il consumatore/cliente”. In questo ha una grande responsabilità anche il mondo della distribuzione al quale Cedroni ha rivolto un appello diretto: “Abituate i vostri consumatori a mangiare meglio, in modo più sano e controllato – ha detto rivolto alla platea -. E fatelo a partire da una scelta dei prodotti in assortimento che sia più in linea con le linee guida di una dieta salutista”.