Fiere di Parma e Federalimentare hanno spiegato la propria strategia, fieristica ma non solo, nei giorni scorsi a Shanghai in occasione del Food Hotel China (FHC) – la più importante fiera di settore nel gigante asiatico. L’obiettivo è tutelare le eccellenze italiane dell’agroalimentare dai due fenomeni che maggiormente insidiano le quote di mercato italiane sui mercati internazionali: l’italian sounding e il local premium.
I RISCHI DEL LOCAL PREMIUM
Se il primo è ormai noto (anche se le stime delle sue dimensioni variano, a seconda delle fonti, da 30 a 50 miliardi di euro) il secondo è molto più recente ed insidioso, soprattutto nel medio-lungo termine. Si tratta di operatori locali di vari Paesi che, ispirandosi ai prodotti italiani, spesso utilizzando le nostre tecnologie, ‘inventando’ prodotti premium sostituivi, sul piano funzionale, dell’authentic italian. Se il ‘Reggianito’ o l’aceto ‘Pompeian’ sono casi evidenti di italian sounding, certi Oli di Oliva Monovarietà ‘spremuti a freddo’ o Grandi Forme di Formaggi ‘Naturali Stagionati’ diventano alternative locali e concorrenti a molti prodotti di punta dell’export italiano. Diviene dunque fondamentale divulgare l’unicità del sistema agroalimentare italiano costruito sul rapporto di lungo periodo tra le produzioni e i loro territori, nonché sulla resilienza di generazioni imprenditoriali che sono oggi il vero asset distintivo del settore.
LE NOVITÀ DI CIBUS
“Nel 20018 oltre 3.400 imprese italiane hanno esposto a Parma i loro prodotti – ha spiegato Antonio Cellie, CEO di Fiere di Parma – ma anche accompagnato oltre 10.000 operatori provenienti da tutto il mondo a conoscere direttamente le loro produzioni e le nostre filiere”. Questa attività di Education on site si amplierà ulteriormente nel 2019 grazie ad una edizione più breve di Cibus – due giorni, ovvero il 10 e 11 aprile – e la sua contemporaneità con Vinitaly. Gli operatori internazionali hanno accolto con favore l’iniziativa perché in una sola settimana potranno conoscere e approfondire direttamente tutto il meglio del Food&Wine Made in Italy”.
I NUMERI DELL’EXPORT AGROALIMENTARE ITALIANO
“Cibus 2019 diventerà una tappa importante per consolidare il nostro export agroalimentare – ha aggiunto Cellie – che, nonostante le turbolenze internazionali, ha continuato a crescere del 3% anche nei primi 8 mesi del 2018. Sarà anche l’occasione per fare un bilancio sugli accordi bilaterali su cui sta lavorando il governo, che sembrano essere l’unica strada per garantirci un accesso ai mercati strategici come pare dimostrare il +3,1% fatto segnare dal Nord America nel 2018 fino ad oggi, anche grazie al CETA”.