Ridare valore al prodotto e alla filiera. Questa la parola d’ordine della sesta edizione de il Filo Rosso del Pomodoro, l’assemblea pubblica organizzata il 30 novembre scorso da Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali). Un importante momento di incontro e confronto tra le varie anime della filiera del pomodoro da industria sulle tematiche più calde per il settore: dalla sostenibilità (economica, sociale e ambientale) ad un maggior livello di collaborazione tra industria e distribuzione. Il tutto a vantaggio di un comparto che solo facendo sistema tra i diversi anelli della filiera potrà continuare a crescere, in Italia e all’estero.
Proprio da questi presupposti trae ispirazione lo studio (commissionato da Anicav) sul costo industriale del pomodoro presentato all’assemblea dal Francesco Gangi, Professore di Economia all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Lo studio è un punto di partenza per intavolare un dialogo costruttivo tra l’industria e la distribuzione, con l’obiettivo di identificare degli standard di riferimento all’interno del settore delle conserve rosse. Sia per i produttori, nell’affrontare in maniera scientifica la determinazione del costo industriale, sia per la distribuzione, nella messa a punto di un prezzo d’acquisto che sia sostenibile e remunerativo per l’intera filiera. Come ha ricordato anche il Direttore Generale di Anicav Giovanni De Angelis.
BEN OLTRE UNA COMMODITY
L’Italia è al primo posto in Europa nella produzione di pomodoro da industria; al terzo a livello mondiale dopo Stati Uniti e Cina. Negli ultimi dieci anni il nostro Paese ha sempre garantito circa il 13% della produzione mondiale, confermandosi come il principale esportatore mondiale di derivati del pomodoro. Nonostante questi numeri, il rischio di ‘banalizzare’ il prodotto (soprattuto oltreconfine) è molto forte se non si diffonde una cultura adeguata. C’è dunque bisogno di spiegare il valore e la qualità del pomodoro e dell’industria conserviera italiana, che deve evidenziare meglio il valore aggiunto della sua produzione e garantire la sostenibilità sociale e ambientale delle sue filiere. Questa, in estrema sintesi, è la linea che si propone di portare avanti l’industria di settore. “Il pomodoro è sicuramente tra i prodotti più rappresentativi del made in Italy e non va banalizzato, come spesso è accaduto negli ultimi anni – ha detto il Direttore Generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti –. Iniziative come quella dello studio sul costo industriale aiutano a definire delle soglie di prezzo che possano orientare verso pratiche commerciali più rispettose di tutti i protagonisti della filiera” .
Anche Francesco Mutti, AD Mutti e neo Presidente di Centromarca, è sulla stessa lunghezza d’onda: “Per uscire dalle crisi che affliggono il settore, dobbiamo ripensare l’intera filiera del pomodoro. Serve maggior gioco di squadra a tutti livelli: dal campo allo scaffale. Discorso che vale anche per l’estero, dove dobbiamo riuscire a generare valore per tutti le parti, puntando sui plus del prodotto italiano, sulla sua appartenenza a territorio e a un sistema-Paese sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale”.
LA DISTRIBUZIONE STA CON LA FILIERA
Un tema caldo dell’assemblea è stato senz’altro il fenomeno delle aste a doppio ribasso, che spingono le aziende a vendere sottocosto e non garantiscono la trasparenza nella filiera agroalimentare, finendo per svilire il prodotto e mettere in crisi le stesse parti in causa. “Soltanto grazie a una maggior unione d’intenti tra industria e distribuzione possiamo arrivare a vantaggi reciproci – ha affermato Giorgio Santambrogio, Presidente di ADM –. Distruggere valori con pratiche commerciali scorrette non conviene a nessuno, in primis alla distribuzione“.
“Se la filiera del pomodoro si è indebolita non è solo a causa della distribuzione – ha sottolineato a più riprese durante l’assemblea l’AD di Conad Francesco Pugliese –, anche l’industria ha le sue colpe, sia in termini di attenzione alla qualità sia di risposta alle richieste di basso prezzo. Conad è contro le aste al doppio ribasso e se sarà necessario, insieme all’industria, siamo pronti a chiederne l’abolizione al governo”.
ANICAV, IL POMODORO E LA RICERCA
La mattinata è stata anche l’occasione per parlare dell’iniziativa benefica promossa dal Gruppo giovani imprenditori Anicav con Fondazione Umberto Veronesi: Il Pomodoro, buono per te, buono per la ricerca. Tenutasi in oltre 100 città italiane il 10 e l’11 marzo scorsi, nasce con l’obiettivo di raccogliere fondi per finanziare la ricerca scientifica in ambito pediatrico. Durante l’edizione 2018 sono stati raccolti oltre 200.000 euro, che hanno permesso di finanziare il lavoro di medici e ricercatori nello studio di cure sempre più efficaci contro i tumori pediatrici. Il Presidente del Gruppo giovani Anicav Gianluigi Di Leo ci ha parlato anche dell’edizione 2019.