Olio d’oliva, AAA metodo di controllo qualità cercasi

A Torino la conferenza dedicata ai metodi di controllo sull’autenticità dell'olio d'oliva che ha messo a confronto industria, ricerca e mondo accademico

Esiste un metodo efficace per garantire la qualità dell’olio di d’oliva? A questo e altri quesiti analoghi si è provato a rispondere durante “I Metodi di Controllo – il Controllo dei Metodi”, la conferenza organizzata a Torino da Inrim (l’istituto di riferimento per la scienza delle misure in Italia), Assitol, Federolio e il progetto di ricerca europeo Oleum. La manifestazione è stata un momento di incontro tra ricerca, mondo universitario e aziende allo scopo di definire metodi di controllo affidabili e facili da applicare, capaci di assicurare la qualità e l’autenticità degli oli d’oliva.

SERVE UN METODO SICURO E PIÙ FORTE

Nella due giorni di lavori, l’attenzione si è concentrata sull’esigenza, molto sentita dalle aziende, di garantire sicurezza e genuinità per gli oli d’oliva: le imprese, infatti, sono sempre più attente al controllo della materia prima e dei prodotti e dunque chiedono metodi facilmente applicabili nell’attività quotidiana.“Mai come in questo momento è importante fare network e condividere studi e risultati – ha osservato Anna Cane, Presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol –. Per riuscirci, però, occorrono strumenti di analisi certi e validati scientificamente”. In tal senso è stata ribadita l’importanza dell’analisi sensoriale. “È grazie a questo strumento che abbiamo accresciuto la qualità del nostro olio d’oliva. Tuttavia, da tempo il settore avverte la necessità di rendere ancora più robusto metodo. Ecco perché ci siamo impegnati nella sperimentazione del sistema di analisi dei composti volatili, sostenendo l’importante lavoro di Oleum: l’auspicio è che un giorno diventi un metodo ufficiale, da affiancare al panel test”.

UFFICIALE O NO: BASTA CHE FUNZIONI

Anche Francesco Tabano, PresidenteFederolio, ha sottolineato l’importanza di strumenti puntuali: “Gli operatori hanno bisogno soprattutto di certezze e dunque di metodi di analisi affidabili precise indicazioni sui limiti da rispettare.L’esperienza concreta testimonia dell’utilizzo frequente nel settore di metodi non ufficiali spesso con seguito di polemiche giuridiche, tecniche e soprattutto mediatiche.Quello che interessa è che un metodo, ufficiale o meno, sia ripetibile, disponibile per gli operatori in tempi e costi ragionevoli.  Mi piace citare il titolo del film di Woody Allen ‘Basta che funzioni’:questo dovrebbe essere lo slogan di tutti noi”. Durante la conferenza è stato ribadito che un processo di regolamentazione debba essere individuato cooperando con gli appositi organismi normativi: Uni, in Italia; Cen, Iso, International Olive Council, Codex Alimentarius, Commissione Europea ed Efsa a livello internazionale.

CHI CONTROLLA I CONTROLLORI DELL’OLIO D’OLIVA?

Il convegno ha affrontato anche il tema dell’applicazione di metodi matematici e statistici alla chimica. Considerata infatti la grande varietà di oli d’oliva esistenti, la analisi chimiche possono giovarsi dell’ausilio della chemiometria, tecnica statistica di analisi dei dati con cui si costruiscono modelli di riconoscimento che tengono conto delle variabili di composizione. Per passare dai metodi di controllo al controllo dei metodi, come suggerisce il titolo dell’evento, occorre però un ente terzo super partes: All’Inrim è stato assegnato il ruolo di intermediario tra gli organi di controllo e gli altri istituti metrologici europei. Una sorta di riconoscimento all’Italia, per la sua attenzione nei confronti della qualità e della genuinità del cibo, e al nostro Istituto, l’unico in Europa ad avere un gruppo di ricerca dedicato esclusivamente alla metrologia alimentare, la scienza delle misure per il cibo” – ha spiegato Andrea Mario Rossi, leader di questo team –.

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